Nel week end l'annuncio che da oggi, martedì primo settembre, il bar interno dell'ospedale Cardinal Massaja avrebbe chiuso i battenti per un contenzioso fra l'azienda sanitaria e la
Nel week end l'annuncio che da oggi, martedì primo settembre, il bar interno dell'ospedale Cardinal Massaja avrebbe chiuso i battenti per un contenzioso fra l'azienda sanitaria e la società che si è aggiudicata l'appalto due anni fa. Poi, nel pomeriggio di ieri, il dietrofront della direzione dell'Asl che ha deciso di sospendere la sua decisione e mantenere ancora aperto il servizio per il personale, i pazienti e i tanti visitatori del nosocomio. Nelle motivazioni sulle tensioni che intercorrono fra l'Asl e la società vi sarebbe il fatto che la ditta da tempo non paga l'affitto previsto nel contratto stipulato nell'estate del 2013 a seguito dell'aggiudicazione dell'appalto indetto in quanto era "scaduto" quello precedente che risaliva all'inizio dell'attività dell'intero ospedale.
«La società non corrisponde quanto concordato – scrivono dall'Asl – e da tempo non riconosce all'Asl neppure il consumo delle utenze di luce e acqua». «L'azienda -? ha spiegato Ida Grossi direttore generale dell'Asl -? ha già procrastinato di molto la propria decisione ma, purtroppo, la situazione è divenuta insostenibile sotto il profilo economico anche perché, mancati introiti significano meno investimenti (ad esempio attrezzature) in ambito sanitario da parte nostra. Il personale verrà riassorbito dalla futura gestione. In attesa che venga implementata la fornitura di distributori automatici, l'Asl garantisce la funzionalità degli attuali distributori presenti, in più punti, su ogni piano dell'ospedale». Nell'annuncio della chiusura si era pensato anche ad un modo per ovviare ad una lunga assenza del servizio, ovvero contattare il secondo aggiudicatario dell'appalto che si era già reso disponibile a rilevare tutto.
Ma, per ora, tutto questo è sospeso perchè l'Asl è tornata sulla sua decisione e in un incontro con i giornalisti che si terrà stamattina ne spiegherà i motivi. L'appalto, nel 2013, era stato vinto dalla Symposion di Bergamo che aveva concordato il versamento di oltre 25 mila euro al mese più Iva per poter operare nei locali al piano O. Il contratto siglato all'epoca aveva una durata di sette anni ma ora, dopo soli due anni dal suo ingresso, potrebbe subire una rescissione anche piuttosto brusca. Già in occasione del precedente appalto il bar era rimasto chiuso per due mesi e mezzo prima che le pratiche burocratiche e i lavori di allestimento delle attrezzature della società subentrante venissero completati.
Daniela Peira