Netta riduzione per il servizio di trasporto pubblico locale, ovvero quello garantito dalle corriere che percorrono le tratte extraurbane. La Provincia ha infatti comunicato che, dal 12 maggio, applicherà i tagli stabiliti dal Programma triennale regionale sui servizi di trasporto pubblico locale 2013 – 2015, pari ad 800mila chilometri. Una riduzione che porterebbe la percentuale di riduzione del servizio pari al 40% rispetto al contratto stipulato…
Netta riduzione per il servizio di trasporto pubblico locale, ovvero quello garantito dalle corriere che percorrono le tratte extraurbane. La Provincia ha infatti comunicato che, dal 12 maggio, applicherà i tagli stabiliti dal Programma triennale regionale sui servizi di trasporto pubblico locale 2013 – 2015, pari ad 800mila chilometri. Una riduzione che porterebbe la percentuale di riduzione del servizio pari al 40% rispetto al contratto stipulato "ante Programma triennale", cui era già stata applicata una riduzione del 15% nei mesi scorsi. Tradotto, significa sarà garantito il servizio scolastico, ma che, a partire da settembre, l'organizzazione dovrà essere rivista tra Provincia e aziende di trasporto. E le previsioni non promettono nulla di positivo, visto il numero di chilometri di tagliare.
Lo scenario è emerso in occasione dell'incontro che si è svolto martedì nel palazzo della Provincia, cui hanno partecipato i funzionari dell'Amministrazione del settore trasporti, i sindacati (Filt Cgil, Cisl, Faisa Cisal), il Comitato autisti Sap, e i rappresentanti del consorzio Coas, che riunisce le sette aziende di trasporto astigiane che svolgono il servizio. Una riunione dai toni accesi, cominciata con i funzionari provinciali che hanno annunciato che il Commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia, ha adottato la delibera 33 con cui ha preso atto del Programma triennale regionale sui servizi di trasporto pubblico locale. Delibera che fissava l'avvio dell'applicazione dei tagli dal 1° maggio. La notizia è stata accolta da rimostranze e proteste, tanto che alla fine, dopo una trattativa interna, è slittata al 12 maggio.
Da parte loro i sindacati hanno annunciato per dopo Pasqua l'avvio della cosiddetta "procedura di raffreddamento", «data l'insostenibilità della riduzione del servizio prospettato per le aziende che avrà notevoli ricadute sul personale». Procedura in base a cui i sindacalisti verranno accolti nei prossimi giorni dal Prefetto Pierluigi Faloni per discutere sulla questione. «I tagli così decisi – spiega Fabio Dura (Filt Cgil) – sono troppo impattanti. La Provincia avrebbe dovuto far sentire maggiormente la sua voce in Regione, in primo luogo presentando ricorso così come ha fatto il Comune di Biella, che è commissariato come la nostra Amministrazio».
Proteste anche dal Comitato Sap, nato l'anno scorso proprio per protestare contro il Piano regionale. «Applicare questi tagli – afferma il presidente, Maurizio Dovico – significa cancellare il trasporto pubblico, in quanto rimarrebbero pochissime corse a collegamento dei centri più grandi, peraltro limitate al mattino e all'ora di pranzo, con l'abolizione di tutte le corse domenicali e quell che collegano i centri minori, tanto che intere aree saranno "spazzate via". Senza contare che la Provincia poteva attendere ad applicare la delibera per due motivi. Primo, il consorzio Coas ha presentato ricorso per ottenere la sospensiva del Programma regionale (già ottenuta dalle altre Province piemontesi che si sono rivolte al Tar Piemonte), su cui dovrebbe avere una risposta entro maggio. Secondo, il 25 maggio ci sono le elezioni regionali, per cui si potrebbe affrontare la questione con la Giunta che nascerà facendo presente tutti i problemi che questo Programma creerebbe».
Dopodiché Dovico sottolinea come si sia arrivati alla situazione attuale anche a causa della scarsa attenzione verso la questione da parte dei sindaci della provincia. «E' vero – ammette – che a differenza di altre Amministrazioni provinciali noi non abbiamo peso politico, perché non abbiamo una Giunta. Ma se i 118 sindaci avessero partecipato in massa alle riunioni o a manifestazioni di protesta, certo ora la situazione sarebbe diversa». A proposito di protesta, il Comitato Sap tornerà in piazza mercoledì 23 aprile con una manifestazione che prevede un corteo di pullman partire alle 8.30 dal Movicentro di piazza Medaglie d'Oro (vicino alla stazione ferroviaria) e percorrere alcune vie della città per arrivare sotto il palazzo della Provincia.
Fortemente preoccupati anche i titolari delle aziende che compongono il Coas. «Nell'ambito della riunione – afferma Enrico Giachino, titolare delle "Autolinee Giachino" – avevamo chiesto al Commissario di far slittare l'applicazione dei tagli al 31 maggio, dato che entro quella data potremmo avere una sospensiva dal Tar Piemonte rispetto al ricorso da noi presentato, inizialmente al Capo dello Stato, dato che erano scaduti i termini, ma poi, con l'intervento della Provincia, posto all'attenzione del Tribunale regionale». Per poi ribadire le conseguenze pratiche del Programma. «Arrivare al 40% dei tagli – afferma – significa che gli autisti sarebbero impiegati solo per 4 ore al giorno, al mattino, perché rischiano di essere cancellate tutte le corse alla sera. Quindi, o si farebbero tutti contratti part time o gli esuberi sarebbero 60 su 250 autisti impiegati dalle sette aziende del consorzio».
Rimane sulle sue posizioni il Commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia. «Non è possibile rimandare ulteriormente i tagli, peraltro già ampiamente annunciati nei mesi scorsi – afferma – in quanto dobbiamo rispettare quanto deciso dalla Regione. Come Amministrazione, infatti, non possiamo attendere la sentenza del Tar Piemonte sul Programma regionale, perché sarebbe troppo rischioso. La sospensiva ottenuta finora da alcune Province non ha molto significato: ciò che conta è la sentenza. Ma se il Tar desse il benestare al Piano, come faremmo noi a motivare servizi svolti in più per i quali non sono previste coperture? E poi, se fossimo obbligati ad attuarli, verrebbero concentrati interamente gli ultimi mesi dell'anno, mettendoci in seria difficoltà».
«L'unica speranza – conclude – è che la Giunta che si formerà dopo le elezioni regionali del 25 maggio affronti la questione trovando, tra le pieghe del bilancio, le risorse per affrontare la questione».
Elisa Ferrando