Paola Malabaila per l'Unione Industriale«Aiuterò le imprese a puntare sul'export»
Economia

Paola Malabaila per l'Unione Industriale
«Aiuterò le imprese a puntare sul'export»

E’ la prima donna a capo dell’Unione industriale di Asti. Parliamo dell’ingegner Paola Malabaila, amministratore delegato dell’azienda di famiglia “Malabaila & Arduino” di Villafranca,

E’ la prima donna a capo dell’Unione industriale di Asti. Parliamo dell’ingegner Paola Malabaila, amministratore delegato dell’azienda di famiglia “Malabaila & Arduino” di Villafranca, appartenente al settore delle costruzioni. L’elezione a presidente dell’associazione, che conta 224 aziende per un totale di 9mila dipendenti, è avvenuta mercoledì sera al Centro convegni Basinetto. L’assemblea è stata aperta dalla relazione del presidente uscente, Renato Goria, a capo degli Industriali per due mandati, cui è seguita l’approvazione del bilancio.

Laureata in Ingegneria nel 1994, la neo presidente Paola Malabaila ha lavorato un anno presso un’impresa di costruzioni di Milano, dove ha ricoperto varie funzioni. Nel 1996 è poi entrata nell’azienda di famiglia, fondata nel 1973 dal padre Guido Malabaila, vice presidente dell’Unione con Renato Goria, e dal socio Giuseppe Arduino. Nell’ambito associativo è stata presidente del Gruppo Giovani imprenditori edili dell’Unione industriale di Asti e, successivamente, per due mandati, vice presidente nazionale dei Giovani Ance (Associazione nazionale costruttori edili). Attualmente è presidente dell’Ente Scuola edile astigiano nonché coordinatore della Commissione infrastrutture, energia e sicurezza sul lavoro dell’Unione industriale, oltre che consigliere di amministrazione di “Per.Form”, il consorzio formativo dell’associazione di piazza Medici. Le abbiamo posto alcune domande “a caldo” subito dopo la proclamazione.

Presidente Malabaila, quale impronta vuole dare all’associazione nei prossimi due anni?
«Ho tante idee e vorrei che fossero condivise, in quanto il mio obiettivo è essere il presidente di tutti. Mi piacerebbe in particolare portare avanti alcune tematiche, in primis l’internazionalizzazione delle imprese, in quanto in questo periodo di stagnazione economica l’unico “salvagente” cui possono aggrapparsi gli imprenditori è rappresentato dall’export, e il rapporto con i sindacati, nella direzione della concertazione».

Descriva dal suo punto di vista di osservatore privilegiato lo stato di salute – o sarebbe meglio dire di malattia – che caratterizza il mondo industriale astigiano.
«Distinguerei le aziende che possono contare su sbocchi all’estero, che sono più sane, da quelle che non sono in grado di poggiarsi sull’export, afflitte dalla crisi, costrette a licenziare personale che faceva parte da anni della loro struttura, provvedimento che le porta ad impoverirsi ulteriormente, innestando un circolo vizioso. Per questo nel corso del mio mandato punterò molto ad aiutare le aziende ad elaborare strategie di internazionalizzazione, per trovare canali di vendita all’estero. Compito difficile e impegnativo, soprattutto per le piccole realtà. Nella mia impresa abbiamo avviato un percorso di questo tipo, ma noi contiamo 35 dipendenti, che per le costruzioni, a livello locale, rappresenta già una struttura di una certa dimensione: la media degli associati del settore, infatti, conta 5 dipendenti. Come potrebbero questi colleghi affacciarsi all’estero senza alcun supporto?».

In cosa le Istituzioni locali potrebbero venire incontro alle imprese?
«Avviando lavori pubblici per la costruzione di infrastrutture e snellendo gli adempimenti burocratici cui dobbiamo sottostare: non è possibile aspettare anni per ottenere un permesso o dover subire ritardi a causa di lungaggini di vario tipo. Così si penalizzano le imprese e si tengono lontani imprenditori stranieri interessati ad investire sul territorio».
Da anni, a livello politico, si parla del fatto che il rilancio economico dell’Astigiano dovrà passare attraverso il turismo, l’enogastronomia e la cultura, anche in vista dell’Expo 2015. E’ d’accordo?
«Sì, penso che queste strade rappresentino un volano importante per la nostra economia e che l’esposizione mondiale sia un “treno” da non perdere».

Elisa Ferrando

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