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Costa Luigi
Economia
Intervista

«Più ottimisti, ma il contesto è difficile per la crisi dell’auto e i nodi geopolitici»

Il presidente dell’Unione industriale Luigi Costa parla delle aspettative per i primi mesi del 2025

Gli imprenditori astigiani guardano al futuro con più ottimismo rispetto agli ultimi mesi del 2024, in un contesto che rimane però complicato a causa della crisi del comparto dell’auto e all’incertezza del quadro geopolitico mondiale.
E’ quanto emerge dall’indagine effettuata da Confindustria tra le aziende associate in Piemonte, relativa alle previsioni delle imprese per i primi tre mesi dell’anno.
«Risultati che stupiscono positivamente, ma che vanno trattati con cautela rispetto ad un contesto comunque complicato», precisa il presidente dell’Unione industriale, Luigi Costa, direttore generale della “Mista SpA”, azienda metalmeccanica con sede a Cortiglione e stabilimento anche in Tunisia.
Presidente, è rimasto stupito dalle previsioni degli imprenditori astigiani?
Sì, in quanto dai dati emerge che le attese sulla produzione si presentano negative nella maggior parte delle province piemontesi. Il segno più si registra solo a Torino, dove emerge una situazione di sostanziale equilibrio (+0,3%), ad Asti (+10,3%) e nel Canavese (+2,5%).
Quali indicatori emergono in particolare?
Per quanto concerne l’occupazione, il 23,1% delle imprese astigiane che hanno risposto all’indagine (in totale 40) ne prevede un aumento, mentre per il restante 71,8 % la previsione risulta costante. Il 5,1%, invece, ne prevede una diminuzione. Il saldo ottimisti/pessimisti si assesta così al 10,3%, in sensibile miglioramento rispetto alla precedente rilevazione (–2,6%).
Crescono poi le aspettative sugli ordini totali, con il 28,2% delle aziende che ne prevede l’aumento contro il 10,3% che si aspetta una diminuzione, ottenendo un saldo positivo del 17,9% (5,1% nella precedente rilevazione). Torna a diminuire l’indicatore relativo alla previsione di ricorrere alla cassa integrazione e risulta costante rispetto al trimestre precedente il tasso di utilizzo degli impianti.
Per contro, le imprese si aspettano per il prossimo trimestre un aumento dei prezzi di materie prime, energia e trasporti/logistica.

L’export e il comparto vinicolo

Quali le previsioni per l’export, ambito importante per la nostra produzione, in particolare vinicola, anche alla luce dei dazi commerciali nell’agenda del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump?
Le previsioni sull’export nell’Astigiano vedono un saldo ottimisti/pessimisti che si assesta a 11,1% (-13,3 % nella precedente indagine), con il 74,1% delle imprese che prevede un andamento costante per questi ordini. Evidentemente, quindi, i dazi di cui parla il presidente Trump non fanno così paura, considerando anche che l’euro si sta svalutando rispetto al dollaro del 10% circa. Fattore che potrebbe compensare, almeno in parte, i dazi.
Abbiamo citato il comparto vinicolo, molto importante per l’economia locale. Negli ultimi mesi si stanno susseguendo segnali poco incoraggianti per i produttori, dalla volontà degli Stati Uniti di introdurre etichette che avvisino i consumatori dei problemi legati al consumo al via libera per i vini dealcolati italiani. Cosa ne pensa?
Sicuramente il settore è interessato da importanti cambiamenti, dovuti sia alle tendenze di mercato, che chiede vini più leggeri, sia alla volontà di limitare i rischi per chi guida veicoli. Vedremo. Speriamo che le aziende riescano a trovare soluzioni per continuare ad essere competitive.
Nel 2024 la crisi del settore dell’auto è diventata ormai sistemica a livello italiano ed europeo. Quanto sta pesando sulla filiera astigiana?
Direi abbastanza, in particolare dalla seconda metà del 2024. Guardando ai dati regionali dell’indagine, il saldo fra chi prevede una riduzione dei volumi e chi un andamento stabile o in crescita è al -21,8%, che diventa un -27,1% per l’automotive e un -19,8% per la meccatronica.

Il PNRR e l’area di Quarto

A fine dicembre la Commissione europea ha erogato all’Italia la sesta rata del PNRR. Quale è stato finora l’impatto del Piano sull’economia astigiana?
Nella provincia di Asti le opere più rilevanti come importo del PNRR sono opere pubbliche come scuole, ponti e ristrutturazione di fabbricati pubblici. Ma il piano ha comportato effetti positivi in molti ambiti. Basti pensare ai bandi legati alla digitalizzazione e all’innovazione delle imprese, come ad esempio la possibilità di avviare dottorati di ricerca industriali con le università a costi agevolati, così da consentire un salto in avanti delle imprese a livello di ricerca e sviluppo. Che siano destinati a opere pubbliche o a privati, comunque, l’importante è che i fondi vengano utilizzati per progetti utili. E questo è l’auspicio anche in merito alla nuova tranche.
Il futuro della zona industriale di Quarto ha guardato finora in tre direzioni: polo logistico (verso cui è stato fatto un passo in avanti con il protocollo d’intesa tra la Giunta comunale e la Valtidone Logistic Development di Assago), sede del termovalorizzatore e quartier generale del progetto Hydrogen Valley. Qual è la sua opinione?
Per quanto riguarda la logistica, nonostante il ruolo svolto da Alessandria e Tortona, penso che Asti possa giocare una buona partita, dato che si tratta di una opportunità molto interessante. Interessante anche la costruzione del termovalorizzatore per le ricadute economiche positive che avrebbe (controllando l’impatto ambientale). Sono d’accordo poi con il progetto di Hydrogen valley, un progetto la cui validità è però ancora a livello potenziale, essendo l’utilizzo dell’idrogeno poco diffuso nella costruzione di mezzi di trasporto.

I progetti dell’associazione

Come associazione quale tema avete a cuore per il 2025?
Sicuramente l’attivazione, autonomamente o insieme a Confindustria Alessandria, di un ITS, percorso biennale post diploma per formare tecnici di cui, da tempo, le imprese denunciano la carenza. Mi riferisco a figure che abbinino una competenza tecnica operativa a buone basi teoriche, ad esempio esperti di meccanica ed elettronica capaci di regolare un impianto e occuparsi della sua manutenzione. Un percorso che solleciteremo con forza, ma che potrà essere attuato solo con la collaborazione di enti e istituzioni, a partire dalla Regione Piemonte.

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