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Produzione industriale, un timido +0,6
Economia

Produzione industriale, un timido +0,6

La produzione industriale astigiana ha registrato, negli ultimi tre mesi del 2013, un incremento dello 0,6% rispetto all'analogo trimestre 2012. Un dato positivo, quindi, ma ancora debole, tanto

La produzione industriale astigiana ha registrato, negli ultimi tre mesi del 2013, un incremento dello 0,6% rispetto all'analogo trimestre 2012. Un dato positivo, quindi, ma ancora debole, tanto da non poter essere disgiunto da una parola d'ordine: cautela. E' quanto emerge dalla 169esima "Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera" realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di Commercio provinciali, presentata lunedì a Torino (quando sono stati anche illustrati i dati di Confindustria Piemonte). Per quanto riguarda Unioncamere, la rilevazione è stata condotta all'inizio dell'anno con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2013 ed ha coinvolto 1.195 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 90.373 addetti e un valore pari a circa 41 miliardi di euro di fatturato. L'indagine, in sostanza, rileva come la fase ciclica congiunturale sia ancora caratterizzata da criticità, soprattutto per quanto riguarda il mercato interno, e come la crescita della produzione sia così timida da rendere ancora lungo il cammino verso la ripresa.

Confrontando poi il dato astigiano con quello delle altre province piemontesi emerge che il nostro territorio è terz'ultimo in Piemonte, prima di Vercelli e Vco, che segnano ancora una flessione, e dopo Novara (+ 3,1%), Biella (+ 2,3%), Alessandria (+ 2%), Torino (+ 0,9%), alla pari con Cuneo. Esaminando l'andamento dei singoli comparti, le industrie elettromeccaniche segnano la crescita più consistente con una variazione del +6,6%; seguono le industrie chimiche e della lavorazione della gomma/plastica che fanno rilevare un incremento del 2,4 per cento. Il settore alimentare denuncia invece un calo del 2,1% (-0,8% se si prende come riferimento la sola industria delle bevande). Gli altri settori – vale a dire l'industria del vetro e materiali da costruzione, legno e mobili, carta, stampati, editoria e tessile abbigliamento – hanno registrato una flessione del 2,4 per cento. A trainare la produzione con un + 5,6% sono le aziende sopra i 250 addetti, quelle tra 10 e 49 dipendenti registrano un +2,8% mentre le società di dimensioni più ridotte (da zero a 9 addetti) evidenziano un calo produttivo del 2,1 per cento.

Per quanto riguarda l'occupazione la situazione si presenta stazionaria con riferimento sia al trimestre precedente sia all'analogo periodo 2012. Molto caute le previsioni per il primo trimestre 2014. Per quanto riguarda la produzione il 39% degli intervistati prevede stazionarietà, il 40% si aspetta una contrazione e soltanto il 21% ipotizza una crescita. Sul fronte degli ordinativi le previsioni per il mercato nazionale evidenziano un saldo di opinione negativo del 13%, mentre le aspettative per l'estero sono più favorevoli, con previsioni positive per il 39% degli intervistati a fronte di giudizi negativi del 26% degli operatori. «Il dato di segno positivo, anche se contenuto, mostra un'inversione di tendenza dopo due anni di contrazione della produzione industriale», segnala Mario Sacco, presidente della Camera di Commerico di Asti. «I mercati esteri – continua – si confermano essenziali per i nostri prodotti: l'indagine evidenzia infatti una crescita del 5,6% per l'export, a fronte di un +0,5% degli ordinativi per la domanda interna».

Elisa Ferrando

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