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Progetto “Porta del Monferrato”Opportunità in vista dell’Expo?
Economia

Progetto “Porta del Monferrato”
Opportunità in vista dell’Expo?

Confesercenti e Ascom, pur con molti dubbi, darebbero l’ok se il maxi insediamento fosse solo autostradale. Il polo occuperebbe circa 50 mila mq (16 mila coperti) a cavallo tra l’A21, la tangenziale Est della città e corso Alessandria. Ammonterebbero a circa 5 milioni di euro gli oneri di urbanizzazione e altri contributi previsti nell’eventuale costruzione, mentre si parla di investimenti diretti e indiretti per circa 60 milioni di euro. Ipotizzate 360 nuove assunzioni…

La Porta del Monferrato delle Langhe e del Roero torna a far parlare di sé e, per quanto la questione non sia stata ancora affrontata ufficialmente dalla Giunta Brignolo, c’è chi ha aperto discussioni informali sul progetto sia tra i politici che tra le associazioni di categoria. Nel 2010 l’idea, presentata dalla Satap s.p.a., dal Gruppo Ruscalla e da Stola s.p.a. ebbe un primo momento di notorietà per poi entrare in un periodo di stand by durato fino al novembre scorso. Agli inizi di dicembre al Comune venne stata presentata l’ultima ipotesi progettuale della Porta del Monferrato che, se realizzata, cambierebbe radicalmente l’aspetto urbanistico, commerciale e ricettivo della zona di corso Alessandria tra l’area industriale e la Torino-Piacenza. In pratica i proponenti (cui si aggiungono la società Pioppo s.r.l e la Montebello s.r.l) hanno chiesto al Comune di valutare la proposta di insediamento di un polo multifunzionale che abbia caratteristiche congressuali, ricettive, commerciali, di ristorazione e di promozione del turismo locale.

Il polo occuperebbe circa 50 mila mq (16 mila coperti) a cavallo tra l’A21, la tangenziale Est della città e corso Alessandria. Secondo i proponenti le opportunità offerte dal maxi insediamento sarebbero molteplici: costruire un nuovo albergo da 120 camere così da proporre ai tour operator un servizio appetibile per il turismo nell’Astigiano, dotare la città di un centro congressi di cui oggi è sprovveduta e che possa essere adeguatamente sfruttato durante l’Expo del 2015, realizzare strutture commerciali di varia grandezza (alimentari e non) e nel contempo creare punti vendita per la promozione dei prodotti tipici locali, realizzare un maxi distributore di benzina e di servizi per gli automobilisti, creare una sorta di piazza coperta per valorizzare le offerte culturali e gastronomiche del territorio, fare un punto informativo per la messa in rete delle strutture ricettive dell’Astigiano. Il progetto sarebbe inoltre, secondo le ipotesi presentate al Comune, un’opportunità di sperimentazione delle più avanzate tecnologie sull’ecosostenibiltà così da ridurre gli impatti ambientali e il consumo energetico.

Ammonterebbero a circa 5 milioni di euro gli oneri di urbanizzazione e altri contributi previsti nell’eventuale costruzione della Porta del Monferrato mentre si parla di investimenti diretti e indiretti per circa 60 milioni di euro. L’eventuale approvazione del progetto (che prevede comunque varianti al Piano commerciale, al Piano regolatore, il via libera della Regione e, ovviamente, del Comune dopo i dovuti passaggi nelle commissioni consiliari) prevede la ricollocazione in un’altra zona della città dell’Euroweld di strada Cascina Cauda con un possibile aumento dell’occupazione. Per quanto riguarda i posti di lavoro che La Porta del Monferrato dovrebbe portare ad Asti i numeri non sono ancora definitivi ma si parla di circa 360 nuovi assunti nel polo commerciale più le conferme occupazionali (ed eventuali nuove assunzioni) che il Gruppo Stola cui fa capo Euroweld garantirebbe dopo la ricollocazione e innovazione del sito astigiano. Che si sia tornati a discutere del progetto lo confermano anche le associazioni di categoria le quali però, discutendo sul nuovo polo commerciale, hanno lanciato una proposta innovativa e per certi versi provocatoria.

Confesercenti e Ascom Confcommercio potrebbero – e il condizionale è d’obbligo – avallare la Porta del Monferrato solo se non avesse alcun tipo di collegamento alla viabilità urbana e provinciale. In pratica chi vorrà entrare nel nuovo maxi polo commerciale e ricettivo lo potrà fare solo prendendo l’autostrada Torino-Piacenza, corsia sud in direzione di Alessandria. Potrebbe però esserci allo studio uno svincolo o un ponte pedonale anche per agevolare l’accesso dalla corsia nord questo per rafforzare l’idea di un sito commerciale studiato più per chi transita tra l’A21 e l’Asti-Cuneo che per i cittadini astigiani. Sarebbe un compromesso per evitare quella che le associazioni di categoria considerano una ricaduta negativa per il commercio cittadino già messo a dura prova dalla crisi, dalle grandi strutture di vendita e dalla prossima apertura dei due nuovi supermercati al posto del Mercato Ortofrutticolo.

«Confermo che Confesercenti e Ascom hanno valutato questo progetto e dato come indicazione che la struttura sia solo autostradale e non sia collegata in nessun modo alla viabilità cittadina – spiega Mauro Ardissone, presidente di Confesercenti – E’ la nostra opinione e, almeno per quanto mi riguarda, non abbiamo intenzione di cedere su questo punto. Comunque ho parecchi dubbi che il centro congressi possa essere operativo già per l’Expo 2015».

Anche Claudio Bruno, presidente di Ascom Confcommercio, conferma la presa di posizione sugli accessi al polo commerciale: «Questa è una delle considerazioni che abbiamo fatto quando ci è stato chiesto un parere sul progetto che deve puntare molto sulle offerte enogastronomiche, territoriali e sulle eccellenze della provincia anche attraverso una ristorazione differente tra chi sarà solo di passaggio e chi si fermerà. Non vogliamo che la Porta del Monferrato si trasformi nell’ennesimo polmone commerciale che sposti le persone dalla città alla periferia come già successo con il Borgo. Eventualmente toccherà al Comune prendersi la responsabilità politica di dare il via libera al progetto nei modi che riterrà più opportuni ma se dovesse diventare un nuovo maxi centro commerciale cittadino noi non potremo che essere contrari».

Anche Bruno ha qualche perplessità sulle tempistiche di realizzazione in vista dell’Expo 2015: «Tutto e subito sarebbe impossibile da fare ma potrebbe essere interessante sviluppare la parte alberghiera e del centro congressi di cui questa città ha bisogno. Per quanto riguarda la ristorazione non c’è l’urgenza di creare nuovi punti perché siamo coperti con quelli già esistenti. Mi piacerebbe però vedere un riscontro sui flussi turistici, tra quello che viene stimato e l’effettivo passaggio sul territorio, perché la percezione che abbiamo è quella di una sovrastima. Expo 2015 dovrà essere un occasione per creare un sistema turistico che coinvolga in primis il Piemonte e quindi l’Astigiano con una promozione congiunta e che segua il turista da quando arriva a quando riparte».

Le società proponenti potrebbero però accettare un’eventuale limitazione sui collegamenti diretti tra la città e il centro commerciale tenendo così fuori migliaia di potenziali clienti? Sarà questo uno dei punti sui quali verterà il confronto nelle sedi preposte.

Riccardo Santagati
twitter: @riccardosantaga

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