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Provincia: 144 attività in 5 annigrazie a Sportello creazione d'impresa
Economia

Provincia: 144 attività in 5 anni
grazie a Sportello creazione d'impresa

Altro che scelta di vita. Lavorare in proprio diventa sempre più una necessità, in questo periodo di crisi economica che rende difficile trovare (o ritrovare) un posto da dipendente. E' quanto

Altro che scelta di vita. Lavorare in proprio diventa sempre più una necessità, in questo periodo di crisi economica che rende difficile trovare (o ritrovare) un posto da dipendente. E' quanto emerge leggendo tra le righe del bilancio di un anno di attività dello Sportello Creazione d'impresa della Provincia – con sede in piazza Alfieri 29 – attivato oltre dieci anni fa dall'Amministrazione provinciale grazie ai fondi dell'Unione europea e della Regione per fornire un aiuto concreto a chi vuole aprire un'attività. Dal 2009 il servizio è gestito da "IZI metodi, analisi e valutazioni economiche SpA" col patrocinio delle associazioni di categoria Confartigianato, CNA, Confcooperative Asti e la fattiva collaborazione di alcuni Enti locali coinvolti a vario titolo.

Dicevamo, il bilancio. Dal 1° giugno 2014 al 31 maggio 2015 si sono rivolte allo sportello per presentare la propria idea di impresa 348 persone (mediamente, quasi una al giorno). Sono poi nati 121 progetti e hanno visto la luce 19 nuove imprese, per un totale di 23 posti di lavoro creati. Allargando lo spettro agli ultimi cinque anni, i contatti con il servizio sono stati 2.041, con 672 progetti di impresa accolti e 144 nuove imprese nate, per un totale di 186 posti di lavoro creati. «Le attività nate l'ultimo anno – commenta il responsabile dello Sportello, Fortunato Grillo – si collocano nell'ambito dell'artigianato, del commercio e dei servizi. Tanto per fare qualche esempio, si tratta di bar, fast food, negozi in franchising e ditte di artigiani, dal parrucchiere al meccanico. Non abbiamo rilevato la predominanza di un settore particolare, come invece accaduto in passato, quando molti aspiranti imprenditori volevano cimentarsi nel settore enogastronomico, rispecchiando l'identità del territorio».

Ma qual è la figura tipo che si rivolge allo sportello? «Nei nostri uffici – continua Grillo – accogliamo soprattutto persone, uomini e donne in egual percentuale, che si trovano in una situazione lavorativa critica, perché disoccupati o inoccupati, mentre chi lo fa abbandonando il posto di lavoro è ormai in netta minoranza (mentre in passato rappresentava la maggioranza). In media hanno un'età inferiore ai 45 anni e, vista la difficoltà a trovare un nuovo posto di lavoro, vogliono aprire un'attività nello stesso settore in cui hanno maturato esperienza fino a quel momento. Così inizia un percorso di accompagnamento da parte nostra che porta inevitabilmente ad una scrematura delle idee di impresa proposte in prima istanza, proprio per avviare sul mercato attività che poi riescano a "mantenersi in vita"».

Ciononostante anche alcune imprese aperte tramite lo Sportello hanno chiuso. «Nel nostro caso – afferma Grillo – il tasso di mortalità delle imprese è del 15%, quindi inferiore alla media generale. Le aziende possono chiudere per vari motivi, per esempio perché non vengono gestite bene, oppure perché vengono cedute o perché i titolari fanno scelte di vita differenti, per esempio si trasferiscono o ricevono (e accettano) una proposta da lavoratore dipendente». Ovviamente, anche a questo proposito, non si deve dimenticare la crisi economica. «La difficile congiuntura attuale di certo non aiuta – commenta Grillo – e determina alcuni effetti collaterali negativi, quali la difficoltà di accedere al credito e di "leggere" un mercato molto più fluido, irregolare e liquido del passato. Alcuni dei neo commercianti che ho seguito hanno tenuto aperta l'attività tutti i giorni, compresi i festivi, per capire i trend di afflusso degli acquirenti, senza venire a capo di nulla dato che le abitudini di consumo sono ormai imprevedibili».

Soddisfatto del bilancio annuale dello Sportello Massimo Caniggia, dirigente provinciale dell'area sviluppo socio-economico. «E' importante sottolineare ? conclude – che il servizio non si ferma ai buoni consigli, con informazione e formazione, ma supporta anche i neo imprenditori nell'elaborazione di un vero e proprio business plan, nella ricerca di finanziamenti regionali e nazionali, nella stesura delle domande di finanziamento. Un vero e proprio staff di esperti favorisce lo start up dell'impresa e la supporta per ben tre anni».

Elisa Ferrando

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