In assenza di risposte concrete dalla Regione, i dipendenti della Provincia potrebbero anche decidere di aderire allo sciopero nazionale di tutti i dipendenti delle Province italiane a cui non è ancora stato chiarito quale sarà il futuro. Se ne riparlerà in un incontro già programmato per il prossimo 20 maggio a Torino. E quello sarà lappuntamento chiave, che potrebbe preludere ad una stagione di tensioni. Effettivamente a mancare…
In assenza di risposte concrete dalla Regione, i dipendenti della Provincia potrebbero anche decidere di aderire allo sciopero nazionale di tutti i dipendenti delle Province italiane a cui non è ancora stato chiarito quale sarà il futuro. Se ne riparlerà in un incontro già programmato per il prossimo 20 maggio a Torino. E quello sarà lappuntamento chiave, che potrebbe preludere ad una stagione di tensioni. Effettivamente a mancare è proprio la chiarezza sul ruolo dellente intermedio e sul destino dei dipendenti. Ad Asti gli esuberi della Provincia sono oltre 160 e questo crea qualche disagio a quanti in quegli uffici ci lavorano e sperano di poter continuare a farlo.
Ieri mattina (lunedì) il vice presidente della giunta regionale ha incontrato i sindacati proprio per affrontare questa problematica. Nellincontro le parti hanno convenuto che il disegno di legge regionale sul riordino delle Province è da considerarsi solo una prima bozza incompleta e quindi da rivedere. In secondo luogo hanno stabilito di definire le mansioni che rimarranno a carico delle Province e quindi il numero dei dipendenti che continueranno a lavorare in quegli uffici. Gli altri o verranno trasferiti in Regione o, se ne avranno la possibilità, andranno in pensione. A questo riguardo, il terzo punto dellaccordo prevede la richiesta di riattivare il diritto alla pensione con i requisiti antecedenti a quelli previsti dalla Fornero. Il disegno di legge dovrebbe essere completato nellincontro del 20 maggio prossimo. Ed è proprio in quelloccasione che i dipendenti valuteranno se sussisteranno o meno le condizioni per scendere in sciopero o dare vita a qualche forma di mobilitazione.
«Sulla scorta dellesito di questo incontro – ha detto Sergio Didier, segretario della Cisl – diventa ancora più importante lazione della politica e delle istituzioni per garantire i dipendenti e i servizi ai cittadini. Siamo arrivati ad uno snodo. Ora i politici dovranno trovare i fondi necessari per garantire i posti di lavoro ai dipendenti e i servizi ai cittadini».
Flavio Duretto