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Renato Goria
Economia

Renato Goria: “E’ stata la Douja d’Or della svolta”

L’ex presidente della Camera di Commercio di Asti traccia un bilancio della manifestazione da poco conclusa. E anticipa le intenzioni future su concorso enologico e salone

Douja d’Or, il commento di Renato Goria

«E’ stata la Douja d’Or della svolta. Un evento che, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, ha funzionato bene grazie al lavoro di squadra che ha visto collaborare in sinergia, senza pensare a campanilismi e divisioni, tutte le istituzioni del territorio. E che ci ha fatto riflettere sulle edizioni future».
Questo il commento sulla manifestazione, terminata domenica, di Erminio Renato Goria, consigliere della nuova Camera di Commercio di Alessandria – Asti nata giovedì scorso. Ma che nei mesi scorsi, in qualità di presidente dell‘Ente camerale astigiano, si è assunto la responsabilità di organizzare l’edizione 2020 della manifestazione, nonostante la pandemia, dopo la sollecitazione da parte del presidente della Regione Alberto Cirio.
Ovviamente quella terminata da pochi giorni è stata un’edizione molto diversa dal passato. In primo luogo per l’assenza del concorso enologico nazionale da sempre legato al salone, promosso dalla Camera di Commercio con l’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vino). Quindi per la formula proposta, distribuita non più su dieci giorni consecutivi ma su quattro weekend (cominciati lo scorso 11 settembre ma senza la concomitanza con il Festival delle Sagre, che non si è potuto tenere causa Covid). E che si è ampliata, con alcune iniziative, anche al Monferrato astigiano.
Poggiata su quattro capisaldi – vino, cibo, cultura e, appunto, Monferrato – ha proposto degustazioni in piazza San Secondo, quartier generale del consorzio Piemonte Land of Perfection, e nel cortile di Palazzo Alfieri, dove si svolgeva la “Douja del Monferrato” gestita dal consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. Quindi degustazioni e masterclass a Palazzo Ottolenghi, dove erano protagonisti i Vermouth grazie all’Unione industriale. E ancora cene e serate incentrate sui cocktail alla Casa dell’Asti, le prime basate sui menu ideati dal noto chef Alessandro Borghese, Ambassador del Consorzio per la tutela dell’Asti Docg. E poi ancora l’iniziativa “Menu della Douja, Piatto della Douja e Aperitivo della Douja”, che ha coinvolto 113 locali (tra bar, ristoranti e agriturismi) del Monferrato astigiano. Accanto, le masterclass organizzate dai consorzi coinvolti, i dibattiti, i talk, gli itinerari turistici nel Monferrato e gli eventi culturali, in primis la mostra “Asti, città degli arazzi”, inaugurata lo scorso 18 settembre a Palazzo Mazzetti.
Ad organizzare la manifestazione, infatti, è stata una squadra composta dalla Camera di commercio di Asti e dalla sua Azienda Speciale, da Piemonte Land of Perfection e Fondazione Asti Musei, con il contributo della Regione Piemonte e i patrocini del Comune di Asti e della Provincia di Asti, la partecipazione del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg e del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. E ancora, la collaborazione dell’Unione industriale di Asti e dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.
Una squadra che ha lavorato alla realizzazione di un progetto integrato a vantaggio dell’intera filiera economica del territorio, progetto fortemente voluto dalla Regione Piemonte, in particolare dal vicepresidente Fabio Carosso e dall’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa.

L’edizione conclusa

Soddisfatto, come accennato, Erminio Renato Goria. «Da sempre, e in particolare quest’anno – commenta – i “numeri” sulla manifestazione non mi hanno mai interessato, in quanto ricoprono un’importanza molto modesta se si ragiona a livello globale, ovvero sui numeri raggiunti dal vino piemontese sul mercato, con miliardi di bottiglie vendute nel mondo. A questo proposito, secondo me è molto più importante l’apprezzamento che abbiamo ricevuto da Helmuth Köcher, patron del famoso Merano Wine Festival. Intervenuto ad un incontro ad Asti, durante la Douja d’Or, ha sottolineato con piacere il fatto che l’evento si svolga nel centro storico della città e non in un luogo a sé».
«Sicuramente, comunque – prosegue – la Douja d’Or di quest’anno è stata apprezzata dai visitatori, perché gli stand hanno quasi sempre raggiunto il tutto esaurito (a parte gli ultimi giorni, caratterizzati dal maltempo). E’ stata una bella manifestazione, basata su una formula ordinata, che ha visto lavorare la Camera di Commercio con tutte le Istituzioni locali. Una vera e propria squadra, senza campanilismi e divisioni, che si è formata in poco tempo, dato che abbiamo cominciato ad organizzare l’evento a fine luglio».
Goria ricorda, a questo proposito, anche l’iniziativa “Menu della Douja, Piatto della Douja e Aperitivo della Douja”, promossa dalla Camera di Commercio di Asti. «Il successo dell’iniziativa legata al cibo tradizionale e tipico – evidenzia – ha dimostrato la volontà da parte del territorio di identificarsi in un evento che vuole valorizzare i propri prodotti tipici e le sue eccellenze. Consolidare questa apertura diffusa a tutto il territorio, coinvolgendo un numero sempre maggiore di realtà, permette al Monferrato astigiano di proporsi come destinazione turistica integrata, in cui insieme al vino convivano nello stesso luogo più esperienze di viaggio, enologiche, gastronomiche e culturali».

La Douja del futuro

aGoria traccia quindi le coordinate della Douja del futuro, anche alla luce della nascita della nuova Camera di Commercio di Alessandria – Asti. «In accordo con il neo eletto presidente Coscia, di cui ho proposto la candidatura per primo tra i consiglieri – spiega – gli eventi di settembre che caratterizzano la nostra provincia saranno potenziati e, laddove possibile, estesi a tutto il territorio cui fa riferimento il nuovo Ente camerale. Ad esempio, l’iniziativa “Menu, Piatto e Aperitivo della Douja” sarà allargata anche al Monferrato alessandrino».
«Un discorso importante, poi, riguarderà il concorso enologico nazionale legato alla Douja, che quest’anno non si è svolto causa Covid. L’edizione 2020 è servita infatti, a fare il punto su questa selezione grazie al talk inaugurale “Concorso enologico Douja d’Or verso il futuro”, moderato dalla nota giornalista del Tg5 Cesara Buonamici, che ha visto intervenire esperti e giornalisti. Ospiti qualificati da cui abbiamo ricevuto consigli che prenderemo in considerazione. Un argomento, quello del concorso, che è delicato, in quanto attrae da anni sentimenti di “odio e amore”, divisi tra chi lo ritiene fondamentale e chi, invece, pensa che tolga spazio alle etichette piemontesi o che, al giorno d’oggi, non serva più a nulla».
«Di sicuro – continua – concorso e salone sono due iniziative distinte. Il concorso dovrà continuare ad essere organizzato solo dalla Camera di Commercio, ma potenziato e con una visione più nazionale. Nel senso che non dovrà più essere promozionato solo ad Asti ma, se ci saranno le risorse, anche in altre regioni italiane, dove Asti sarà la capitale del vino in Italia.
«Altra cosa è il salone, che non potrà poggiare più solo sul lavoro della Camera di Commercio, ma dovrà poter contare sulle risorse e sull’apporto di una squadra, come successo quest’anno».
«Volendo riassumere, quindi – conclude Goria – l’edizione 2020 ha rappresentato la Douja della svolta. Ci ha spinti ad unire le forze in una squadra che ha funzionato bene e che ci ha portato a prendere decisioni importanti in un momento difficile».

Elisa Ferrando

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