«Il 2013 sarà un anno tragico per lartigianato, soprattutto per quanto riguarda i settori dei trasporti e delle costruzioni. Tuttavia continueremo a proporre progetti a favore dei nostri
«Il 2013 sarà un anno tragico per lartigianato, soprattutto per quanto riguarda i settori dei trasporti e delle costruzioni. Tuttavia continueremo a proporre progetti a favore dei nostri associati». Ad affermarlo Biagio Riccio, presidente provinciale Confartigianato, in occasione, nei giorni scorsi, della conferenza stampa di fine anno in cui ha tracciato un bilancio dellattività dellassociazione di categoria e lo stato di salute del settore. «Per quanto riguarda la nostra riorganizzazione interna, imposta dalla contrazione del fatturato per la crisi dellartigianato – ha esordito – posso affermare che si è conclusa in modo positivo. Infatti abbiamo licenziato due persone, ma in maniera concordata, e abbiamo utilizzato la cassa integrazione tra tutti gli oltre 50 dipendenti per 4 mesi, che sarà rinnovata questanno, e che, comunque, ci consentirà di mantenere la nostra forza lavoro».
Gli iscritti allassociazione sono 3.410 (di cui 2.340 artigiani), cui si aggiungono 3.200 pensionati. Riccio prosegue poi sottolineando la crisi del settore. «Lartigianato – ha ricordato – sta soffrendo molto per una serie di cause concatenate. In generale, a livello nazionale, la crisi economica è stata accompagnata da scelte folli in materia fiscale da parte del Governo e dal fiorire, tipico dei periodi di difficoltà, di una massa di lavoro nero dovuta ai disoccupati o cassintegrati che si improvvisano elettricisti o imbianchini, a prezzi bassi, spinti dalla necessità di mantenere la famiglia. Per quanto riguarda, poi, i due settori maggiormente in difficoltà (autotrasporto ed edilizia), non si deve dimenticare la concorrenza sleale delle ditte estere che applicano in Italia i contratti del Paese dorigine, caratterizzati da un costo del lavoro nettamente inferiore al nostro e, per quanto riguarda lautostrasporto, anche da un costo del carburante più basso».
Condizioni cui, secondo Riccio, si aggiungono – per quanto riguarda lartigianato astigiano – difficoltà tutte locali. A partire dalla questione Provincia: «Se avessimo ancora un presidente saremmo stati salvi: ad aprile avremmo avuto le elezioni e per 5 anni nessuno ce lavrebbe toccata. Invece no. Tanto più che, secondo me, era prevedibile che nessun partito politico, in Parlamento, si sarebbe presto la responsabilità di cancellare le Amministrazioni provinciali». Tra le note dolenti anche la «scarsa attenzione che in questo territorio si dimostra alle imprese, anche deccellenza, che non operano nellambito del vino, e che invece andrebbero aiutate, dato che rappresentano il 90% della ricchezza locale». Male, secondo Riccio, anche lEnofila (il centro feristico di corso Cavallotti, ndr): «è costata molto, non è nulla di innovativo, ed è gestita da pochi. In un periodo di crisi come questo si doveve fare più attenzione a spendere centinaia di migliaia di euro».
Riccio ha poi concluso lintervento elencando le note positive che hanno caratterizzato il 2012, «dallottima collaborazione tra Confartigianato e il Consorzio dellAsti Spumante allacquisizione delle quote di maggioranza di Biverbanca da parte della Cassa di risparmio di Asti».
e.f.