Se nelle prossime settimane vedrete sullo sfondo di una pubblicità dellAsti docg una faccia che vi è famigliare, non sforzatevi di ricordare, è sicuramente quella dello chef di un ristorante
Se nelle prossime settimane vedrete sullo sfondo di una pubblicità dellAsti docg una faccia che vi è famigliare, non sforzatevi di ricordare, è sicuramente quella dello chef di un ristorante dove siete andati a mangiare. E stata presentata lunedì sera, infatti, la nuova campagna del Consorzio per il rilancio del consumo di Moscato e di Asti in patria, meglio se nellAstigiano. E stato lo stesso presidente del Consorzio Giorgio Marzagalli a spiegare il senso di questa nuova iniziativa promozionale. «Il nostro vino -ha detto- vende allestero l80% dei 100 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. E ora che ritrovi le sue radici, che si imponga nel suo territorio, che torni ad essere amato prima di tutto dalla gente che lo vede nascere e partire».
«LAsti ha lobiettivo di rientrare come amico nel mondo della grande ristorazione» ha rincarato il direttore Giorgio Bosticco. Unalleanza, quella con i migliori ristoratori delle province dove si produce lAsti, che è stata suggellata da unidea di Pier ottavio Daniele, sviluppata dal fotografo astigiano Giulio Morra, realizzata dallacquarellista Cesare Valeri e resa unica del disegnatore di Dylan Dog, Luigi Piccatto. Trenta ristoratori, infatti, sono stati prima fotografati da Morra con una bottiglia di Asti docg in mano; queste stesse foto sono poi state lavorate ed elaborate dallacquarellista e dal fumettista per farne uscire ritratti a metà fra la foto e il disegno.
Nella campagna promozionale usciranno con lo slogan «A me piace anche così» accanto a ricette originali dei vari chef immortalati dal fumettista. Ieri i ritratti in originale sono stati donati ai trenta ristoratori e il presidente Marzagalli, approfittando del fatto di averli tutti lì in platea, ha chiesto loro di proporre la coppa di Asti e Moscato ad ogni dessert servito nei loro locali per «uno scatto di orgoglio e di forza di un vino apprezzato ovunque tranne che nel posto in cui nasce». «Mentre siamo impegnati a portare e tutelare limmagine dellAsti docg nel mondo non possiamo e vogliamo dimenticare la zona dorigine di questo nostro grande vino -commentano al Consorzio- trenta ristoratori e i loro locali diventano così i migliori testimonial di un rilacio dellAsti che vuole tornare ad essere la degna conclusione di ogni grande cena, soprattutto nella terra dove nasce luva e vengono prodotte le bollicine italiane a docg più brindate al mondo».
Nel fare lappello ai ristoratori, sia il presidente che il direttore hanno riconosciuto che in passato sono state adottate politiche mirate esclusivamente allexport e alla diffusione delle bottiglie nel mondo, senza dare troppa importanza al territorio in cui il vino nasce. «Ma da un anno e mezzo -dice Marzagalli- le cose sono cambiate e visto che riteniamo lAsti e il Moscato docg fra i migliori vini da dessert, crediamo sia importante che questa convinzione si radichi anche nellAstigiano. Quando sono diventato presidente cerano pochissimi bar e ristoranti che proponessero lAsti e il Moscato, oggi, grazie anche allinvenzione di cocktail e aperitivi innovativi a base dei due vini, anche in città si può brindare con le bollicine dolci nostrane».
Daniela Peira