Stipendi più dignitosi, rinnovo dei contratti nazionali di lavoro scaduti da anni, il superamento della Legge Fornero per quanto riguarda il “capitolo pensioni”, la possibilità di accesso alle cure senza dover pagare visite privatamente.
Numerose le richieste indirizzate al Governo che sono state al centro, ieri (venerdì), dello sciopero promosso da Cgil e Uil contro la Manovra finanziaria all’insegna dello slogan “Adesso basta!”. Si trattava della seconda giornata di protesta a livello nazionale promossa dalle due sigle sindacali dopo quella del 17 novembre. Ad essere coinvolti solo i lavoratori del comparto privato, che hanno dato vita ad un corteo partito in via Bocca, davanti alla casa di riposo “Città di Asti”, e arrivato in piazza Alfieri sotto la Prefettura.
Un punto di ritrovo scelto per un motivo ben preciso. «La casa di riposo (fallita il 31 dicembre 2022, ndr) – ha spiegato Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil – rappresenta un brutto esempio dell’incapacità della politica di risolvere le crisi con programmazione e progettazione».
Il corteo
Il lungo corteo, passato anche davanti alla scuola dell’infanzia privata Regina Margherita, anch’essa fallita, ha poi percorso corso Alfieri tra cori, slogan e sventolio di bandiere rosse (Cgil) e blu (Uil). Numerose le categorie presenti: dai lavoratori del terziario ai metalmeccanici, dagli edili ai dipendenti del settore tessile, dai precari ai disoccupati, fino ai pensionati.
Folta rappresentanza, in particolare, dei lavoratori del macello ex Al.Pi. di Baldichieri, che da agosto sono al centro di una vertenza per la richiesta «dell’unico contratto di lavoro che spetta loro, quello dell’industria alimentare», come ha ribadito ancora una volta Letizia Capparelli, segretario generale provinciale Flai Cgil.
Gli interventi
Una delegazione – composta dai sindacalisti Francesco Dimartino (Uil), Silvano Uppo (Uil) e Aracelis Guerrero (Cgil) – è stata ricevuta in Prefettura, dove ha spiegato le ragioni dello sciopero a livello nazionale. «Per poi aggiungere – ha spiegato Uppo – anche i riferimenti a due crisi industriali a livello locale, ovvero quella del macello di Baldichieri e della Kivi di Vigliano».
Altro tema ricorrente, il richiamo al contrasto sulla violenza contro le donne, tra slogan e interventi. Presente anche lo striscione realizzato dalla Cgil, proposto in tutti i cortei organizzati in Piemonte, che richiamava anche ai valori della pace e dei diritti del mondo femminile.
Sono seguiti, di fronte ai manifestanti, gli interventi di Anna Franco, componente della segreteria provinciale Cgil; Francesco Di Martino, segretario generale provinciale Uiltucs Uil, seguito dalla collega Silvia Massasso, mentre le conclusioni sono state affidate ad Anna Poggio, componente della segreteria regionale Cgil.
«Il Governo – ha affermato Di Martino – continua ad annunciare risultati che nella realtà non ci sono. Fa cassa ancora una volta sulla pelle dei pensionati, quando le risorse potrebbero essere trovate tassando gli extraprofitti delle banche, riguardo a cui è tornato indietro, e le transazioni finanziarie. Non rilancia la sanità pubblica e non attua la riforma delle pensioni. Anzi, peggiora ancora la Legge Fornero».
«Il lavoro è il grande tema al centro di questa giornata», ha aggiunto Anna Poggio. Rivendichiamo condizioni di lavoro dignitose, il diritto a salute e sicurezza sul luogo di lavoro e un salario dignitoso. I lavoratori, che pagano la tesse, garantiscono a tutti i diritti universali, come la sanità. Ma non basta. La sanità necessita di sostegno e assunzioni che il Governo deve assicurare».