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Economia

Saldi, sabato scatta l'ora
della caccia all'affare

Parte sabato 5 luglio in tutte le città italiane, con rare eccezioni, la stagione dei saldi estivi, a disposizione fino al 30 agosto. La caccia all'affare riguarda vari settori merceologici, ma

Parte sabato 5 luglio in tutte le città italiane, con rare eccezioni, la stagione dei saldi estivi, a disposizione fino al 30 agosto. La caccia all'affare riguarda vari settori merceologici, ma è concentrata principalmente su abbigliamento e calzature, con sconti che arrivano anche al 70% sulla merce invenduta della stagione primavera/estate.

Ma come si preparano i commercianti astigiani a questa nuova stagione promozionale? «Nei primi sei mesi di quest'anno – afferma Claudio Bruno, direttore provinciale Ascom Confcommercio – i consumi sono stati pressoché stabili. Certo, se si effettua un confronto con il primo semestre 2013 è stato registrato un piccolissimo incremento, pari a circa lo 0,5%, che quindi va in direzione contraria al trend in calo degli ultimi anni. Troppo poco per parlare di ripresa, che, di certo, non potrà essere garantita nemmeno dalle vendite di fine stagione. Ormai il potere d'acquisto delle famiglie è basso, per cui le spese saranno ridotte all'essenziale. Di conseguenza penso che ci sarà sicuramente un boom delle vendite nella prima settimana, seguito poi da una "discesa" costante nelle settimane successive».

«Neanche il provvedimento del Governo Renzi di ridurre la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti, con i famosi 80 euro in più in busta paga – aggiunge – sembra aver dato effetti benefici sul commercio, pur andando nella giusta direzione. L'unico modo di favorire una ripresa del settore è ridurre la pressione fiscale sulle imprese, in modo da far respirare imprenditori, artigiani e commercianti, e su lavoratori e pensionati, per aumentare il loro potere d'acquisto. Altre soluzioni non ce ne sono, perché non sarebbero risolutive».

A proposito di fisco e adempimenti, Bruno interviene anche su un obbligo che, per legge, è in vigore da lunedì e che riguarda, oltre ai commercianti, anche gli artigiani e chi possiede una partita Iva. «Mi riferisco al fatto che queste categorie di imprenditori devono possedere il cosiddetto Pos, lo strumento che consente il pagamento elettronico (Bancomat e carte varie) per cifre superiori a 30 euro. Per questo ordine di spesa, infatti, il cliente può chiedere di pagare con il Bancomat. La premessa è che questo provvedimento, che peraltro è giunto a metà dell'anno, non va nella direzione della semplificazione amministrativa, e ha avuto un impatto negativo perché è stato visto come ulteriore adempimento a carico delle aziende. Per il resto, non prevedendo sanzioni per chi non vi si adegua, si potranno verificare più che altro problemi di tipo tecnico, con il cliente che fa un acquisto senza i contanti a disposizione perché sa che può contare sul pagamento elettronico».

Elisa Ferrando

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