Al via sabato 4 luglio i saldi estivi. La stagione degli sconti durerà, ad Asti come in tutte le città del Piemonte, per otto settimane, fino a sabato 29 agosto. Protagonisti, in particolare, i titolari dei negozi di abbigliamento e calzature che cercheranno, soprattutto all'inizio, di dare fondo alla merce invenduta in magazzino. La conseguenza sarà che, come l'anno scorso, i primi tre o quattro giorni verranno proposti sconti con…
Al via sabato 4 luglio i saldi estivi. La stagione degli sconti durerà, ad Asti come in tutte le città del Piemonte, per otto settimane, fino a sabato 29 agosto. Protagonisti, in particolare, i titolari dei negozi di abbigliamento e calzature che cercheranno, soprattutto all'inizio, di dare fondo alla merce invenduta in magazzino. La conseguenza sarà che, come l'anno scorso, i primi tre o quattro giorni verranno proposti sconti con percentuali più alte rispetto al passato, comprese tra il 30 e il 50%.
Colpa, manco a dirlo, della crisi economica e del connesso calo dei consumi. «Da più parti si parla di ripresa – spiega Mauro Ardissone, presidente di Confesercenti – ma gli effetti concreti non si notano ancora. Infatti siamo ancora in linea con gli anni precedenti che, per quanto riguarda il commercio, vedono "tenere" settori quali tecnologia e telefonia e soffrire particolarmente il settore dell'abbigliamento, accanto a bar e ristoranti che stanno attraversando una fase di calo. Ecco che, allora, i saldi partiranno subito con percentuali alte (il 20% di sconto non interessa più a nessuno) perché i negozi hanno bisogno di accaparrarsi le vendite subito, per poi scemare fino alla fine del periodo». Se anche durano due mesi, quindi, importanti saranno i primi giorni. «La stagione primavera/estate ha visto un calo delle vendite – aggiunge Dino Penna (Federmoda Ascom Confcommercio) – per cui i commercianti di abbigliamento e calzature hanno i magazzini ancora un po' pieni. Non si può nemmeno imputare la colpa al clima, perché quest'anno non ci ha danneggiati in alcun modo. Il problema è la riduzione del potere d'acquisto. E anche il bonus da 80 euro introdotto dal Governo Renzi, iniziativa peraltro giusta, non ha dato i frutti sperati, perché probabilmente è stato usato dalle famiglie per coprire altre spese».
Critico nei confronti del sistema attuale dei saldi Claudio Bruno, direttore di Ascom Confcommercio. «I saldi non sono più in grado di risollevare la stagione – commenta – ma servono a dare un po' di ossigeno ad un settore, quello dell'abbigliamento, che ha registrato un calo di fatturato, in Italia, compreso tra il 5 e il 18%, a seconda delle zone, sullo stesso periodo del 2014. Inoltre è importante sottolineare come ormai il sistema sia diventato ingestibile, sia per i cambiamenti che hanno interessato il mercato (si pensi agli outlet che propongono riduzioni tutto l'anno) sia per la mancanza di serietà di alcuni commercianti (fortunatamente una minoranza) che pratica sconti nei 30 giorni prima dell'avvio dei saldi, mascherandoli con altre denominazioni per eludere i controlli, visto che la normativa lo vieta. Tanto che ormai si è generata una tal confusione, tra vendite promozionali e "fuori tutto", che nessuno ricorda più che i saldi sono le vendite a prezzi ridotti di articoli invenduti alla fine della stagione».
«Questo atteggiamento, insieme al problema della contraffazione – continua – danneggia la grande maggioranza dei negozianti, che in questo periodo di difficoltà si trova anche a dover fronteggiare la concorrenza sleale». Bruno ricorda poi una novità dei saldi 2015: «La Regione – afferma – ha recepito una richiesta di Confcommercio, ovvero la possibilità di avviare i saldi senza dover chiedere l'autorizzazione al Comune per eliminare uno dei tanti adempimenti burocratici. Al posto, un cartello frutto di autocertificazione che annuncia l'avvio degli sconti di fine stagione».
Elisa Ferrando