Salva la “Cantina Boido” di Calamandrana d’Asti così come i posti di lavoro dei 10 dipendenti
Salva la “Cantina Boido” di Calamandrana d’Asti così come i posti di lavoro dei 10 dipendenti. Concluso l’accordo con la famiglia Boido, e sigillato con una stretta di mano tra l’ex titolare Vittorio e il nuovo amministratore delegato Alberto Ruffini, è stato ufficializzato il passaggio di proprietà dell’azienda che dopo un periodo di difficoltà culminato con un concordato preventivo nel 2013, torna oggi a respirare sotto un nuovo proprietario. In realtà i nuovi “padroni” sono più di uno.
Si tratterebbe infatti di un gruppo di imprenditori che riunisce diversi soci, principalmente emiliani, tra cui i fratelli Marco e Roberto Guardigli di Ravenna (impegnati in diversi settori tra cui quello informatico) a cui vanno ad aggiungersi quote di capitale di proprietà russa ed una piccola quota in capo ad una cantina emiliana.
La buona notizia è che con questo passaggio non soltanto i dipendenti della vecchia gestione sono stati tutti confermati ma che un’altra decina di nuovi assunti sono andati a ingrossare le fila del personale.
La “Cantina Boido” diventa infatti “Antica Cantina Boido” . Un processo di trasformazione che, in realtà, era già iniziato timidamente nel 2013 quando gli imprenditori emiliani avevano cominciato a manifestare interesse per questa attività astigiana e, volendo investire nel settore dei vini in Piemonte, decisero di prendere in affitto un ramo d’azienda.
Dopo tre anni, quel timido interesse si è concretizzato in un’intenzione ben più concreta portando a consistenti investimenti per il rilancio della struttura. «I vini sui quali intendiamo focalizzarci sono ovviamente i prodotti legati a questo territorio con particolare riguardo alle varie tipologie di Spumanti e vini fermi – ha spiegato l’a.d. Alberto Ruffini – Sul Barbera d’Asti Superiore sono stati ottenuti già alcuni riconoscimenti fra i quali una medaglia di bronzo Decanter». L’intenzione è quella di proporre prodotti di qualità. Sui nuovi proprietari ancora si sa poco.
Da quello che emerge da alcune indiscrezioni si tratta di imprenditori emiliani che, come già riferito, hanno interessi in diverse attività e che allo stesso tempo vantano una buona esperienza nel mercato della commercializzazione export di prodotti vinicoli e che ben conoscono il valore aggiunto del territorio Unesco con particolare riferimento ai prodotti di punta quali Moscato e Barbera.
«E’ probabile che a breve venga confermato l’ingresso nel gruppo di un socio cinese che permetterebbe alla nostra azienda una presenza nella compagine sociale dei due principali mercati di sbocco dei prodotti, ossia di Cina e Federazione Russa» ha aggiunto Alberto Ruffini.
Lucia Pignari