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Sindacati in piazza contro la legge Fornero
Economia

Sindacati in piazza contro la legge Fornero

La legge Fornero va modificata. E’ quanto ribadiranno i sindacati Cgil, Cisl e Uil oggi dalle 9 alle 12 in occasione del presidio che hanno organizzato sulla scalinata di piazza Campo del Palio

La legge Fornero va modificata. E’ quanto ribadiranno i sindacati Cgil, Cisl e Uil oggi dalle 9 alle 12 in occasione del presidio che hanno organizzato sulla scalinata di piazza Campo del Palio (nell’ambito del quale una delegazione di manifestanti sarà ricevuta in Prefettura alle 10).

«L’iniziativa – ha spiegato il segretario generale provinciale della Camera del lavoro, Giovanni Prezioso – rientra nella mobilitazione promossa dai sindacati in tutta Italia, in programma mercoledì in tutto il Piemonte a livello unitario. L’obiettivo è segnalare al Governo il disagio che i lavoratori subiscono in merito alla questione delle pensioni. Infatti, dopo l’entrata in vigore della Legge Fornero, la situazione è peggiorata sia per chi deve ancora andare in pensione, sia per le pensioni in essere. Secondo noi, quindi, la legge Fornero deve essere completamente rivista perché, così com’è, non dà garanzie ai giovani, che si ritroveranno a 70 anni con un assegno minimo dopo aver lavorato una vita; non garantisce i lavoratori precoci, che sono entrati nel mondo del lavoro a 15 anni; e non consente ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro, avendo alzato l’età pensionabile. Senza contare i problemi di chi ha già smesso di lavorare, dato che, nonostante l’intervento della Corte Costituzionale in merito al blocco della perequazione delle pensioni, queste persone non hanno ancora recuperato le somme che erano state loro tolte».

D’accordo Stefano Calella (Cisl), che ha ricordato alcuni problemi da risolvere la difficile situazione degli esodoati («va risolta in maniera definitiva»), le problematiche delle donne in merito alla contribuzione figurativa («con questa legge i periodi di maternità facoltativa e di assistenza ai figli disabili non sono riconosciuti a livello di contribuzione»). Oltre alla necessità di «dare nuovo impulso alla previdenza complementare, soprattutto tra i giovani, in modo che possano assicurarsi una vecchiaia dignitosa». Armando Dagna, segretario generale provinciale Cst (Uil) Asti e Cuneo, ha infine sottolineato come «la Legge Fornero, introdotta per ridurre il debito pubblico, non ha in realtà prodotto alcun beneficio. Quindi si è rivelata inefficace da questo punto di vista, ma ha avuto l’effetto perverso di bloccare il mercato del lavoro». Tra le richieste dei sindacati, quindi, l’introduzione di una opzione di uscita per tutti i lavoratori a 62 anni di età e del limite massimo dei 41 anni di contributi (senza penalizzazioni sull’assegno pensionistico e in totale indipendenza rispetto all’età del lavoratore).

e.f.

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