Nessuna buona notizia, per ora, in merito al forte ritardo nel pagamento degli stipendi al personale precario della scuola assunto con “contratto Covid”.
Dopo la denuncia dei sindacati regionali di categoria, la questione è stata al centro, nei giorni scorsi, anche di un incontro in Prefettura. Protagonisti i segretari generali provinciali di categoria Monica Boero (Flc Cgil), Chiara Cerrato (segretario aggiunto Cisl scuola), Assunta Barone (Snals Confsal) e Diego Meli (Uil scuola Rua) che hanno illustrato la situazione al vice Prefetto vicario Massimo Danielli.
Hanno infatti spiegato che nei mesi scorsi il Ministero dell’Istruzione ha previsto, soprattutto per le scuole dell’infanzia e primaria, l’assunzione tra settembre e ottobre di personale precario (docenti e collaboratori scolastici) fino al prossimo 11 giugno. Due le ragioni: fronteggiare le assenze del personale in quarantena, garantendo lo svolgimento dell’attività didattica; effettuare le operazioni di sanificazione dei locali necessarie a causa della pandemia. «Nella nostra provincia, attingendo dalle graduatorie delle supplenze – hanno indicato i sindacalisti – per quanto riguarda i docenti sono stati sottoscritti 53 contratti temporanei nella scuola dell’infanzia, 34 nella primaria e 42 alle medie, oltre a quelli riguardanti 108 collaboratori scolastici che hanno preso servizio nelle scuole di Asti e provincia da metà settembre. A questi si sono aggiunte, solo a gennaio, le assunzioni di personale docente e Ata per le scuole superiori, principalmente insegnanti tecnico-pratici e assistenti di laboratorio».
La grave situazione
«Ci sarebbe da essere molto soddisfatti – hanno sottolineato – perché parliamo di posti di lavoro in più e di una opportunità per i nostri alunni di essere seguiti nonostante le difficoltà dovute alla pandemia. Il problema è che queste persone non hanno ricevuto lo stipendio dovuto. Già in altre occasioni avevamo fatto presente i ritardi con cui spesso i supplenti percepiscono la retribuzione, ma in questo caso il personale non si è visto accreditare nulla per ben quattro mesi».
Segnalazioni analoghe sono state fatte in tutte le province, e sono state accompagnate da interventi e prese di posizione a livello regionale e nazionale.
I sindacalisti hanno quindi inviato un documento alla Prefettura che sintetizza la vicenda, ricevendo rassicurazioni che la questione sarà rappresentata ai vertici competenti. «La situazione dovrebbe risolversi nei prossimi giorni», hanno concluso. «Ora si tratta di seguire i singoli casi per avere la certezza che l’emissione dello stipendio corrisponda anche, in tempi brevi, all’accredito sui conti correnti dei lavoratori».
La lettera a firma di Ciani e Cervi (Cisl)
Sulla questione sono intervenuti, nei giorni scorsi, anche Marco Ciani, segretario generale Cisl Alessandria Asti, e Carlo Cervi, segretario generale Cisl scuola Alessandria Asti.
I due segretari hanno infatti scritto ai parlamentari del territorio per informarli della grave situazione.
«Si è però verificato – sottolineano dopo aver illustrato il problema – un combinato disposto di errori di attribuzione dei contratti ai capitoli di spesa specifici e di incapienza finanziaria di tali capitoli. Il risultato? Queste persone non hanno ricevuto alcuna rata stipendiale dal mese di ottobre 2020 in poi, anche se sulla piattaforma “NOIPA”, dove è possibile vedere le situazioni stipendiali, tali contratti risultano “in pagamento”».
«Il Ministero Istruzione, d’intesa con quello dell’Economia, ha fissato ripetute emissioni speciali, ma non si ha notizia che le problematiche siano state risolte. Si sono chiesti al Ministero chiarimenti anche in merito alla copertura dei capitoli e si è verificato che si tratta di un problema di carattere nazionale, di imputazione spese da parte del Ministero dell’Economia».
Sottolineando «l’imbarazzo per questi grossolani errori da parte di un’Amministrazione dello Stato», i sindacalisti chiedono quindi ai parlamentari un interessamento alla situazione. Anche «considerando che molte di queste persone sono in procinto di licenziarsi da un posto di lavoro statale al quale, però, lo Stato Italiano non corrisponde la dovuta retribuzione».
L’intervento dell’assessore regionale Chiorino
Nei giorni scorsi è intervenuto anche l’assessore regionale all’Istruzione Elena Chiorino. Ha infatti scritto una lettera al Ministero dell’Istruzione per chiedere un aggiornamento sulla situazione. «In particolare – ha sottolineato – ho chiesto che siano date delle risposte certe a chi le attende da mesi».
Elisa Ferrando