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Economia

La “cassa” diminuisce
in Piemonte ma non ad Asti

Cassa integrazione in crescita da vari trimestri in provincia di Asti. Emerge dall'ultimo rapporto dell'Osservatorio Cisl Piemonte sulla cassa integrazione, diretto da Oscar Bianco,

Cassa integrazione in crescita da vari trimestri in provincia di Asti. Emerge dall'ultimo rapporto dell'Osservatorio Cisl Piemonte sulla cassa integrazione, diretto da Oscar Bianco, rielaborato con i dati Inps. Il rapporto analizza la situazione dell'intero Piemonte, caratterizzato da un andamento opposto a quello della nostra provincia. Infatti nel secondo trimestre 2015 sono state autorizzate 24,8 milioni di ore, contro i 25,8 milioni del primo trimestre dell'anno e e i 27,8 milioni del secondo trimestre 2014. In particolare, la riduzione rispetto al primo trimestre 2015 delle ore autorizzate per cassa straordinaria nell'industria è stata di 2,5 milioni (con un totale di 11 milioni di ore autorizzate). In lieve crescita risultano le autorizzazioni per la cassa ordinaria (in totale 10 milioni di ore), mentre residuali sono quelle per la cassa in deroga (2,3 milioni di ore nel trimestre, di cui 1,4 nel solo mese di giugno).

Come accennato in precedenza, differentemente dalla situazione regionale in provincia di Asti si riscontra una progressiva crescita delle ore autorizzate che va avanti da vari trimestri. Le 994.514 ore autorizzate tra aprile e giugno 2015 (di cui oltre l'80% nell'industria) è lontano dai picchi dei trimestri peggiori (quasi 2 milioni di ore) ma anche dalle 600mila ore fatte registrare nel quarto trimestre 2013. Asti vede una situazione simile a quella di Vercelli, provincia che vede le ore di cassa integrazione in aumento rispetto ai trimestri precedenti. Situazione in miglioramento, invece, nelle province di Alessandria, Biella (che ormai da tre trimestri ha un dato analogo a quello del periodo pre crisi, anni in cui tuttavia l'industria del luogo era già in difficoltà), Cuneo, Novara, Verbano Cusio Ossola, mentre Torino è stabile ormai da cinque trimestri (se si escludono le autorizzazioni per la cassa straordinaria di Fiat Chrysler Automobiles nel terzo trimestre 2014).

Nonostante i dati incoraggianti, il sindacato rimane comunque cauto nell'analisi della situazione dell'economia piemontese. «Gli ultimi dati sull'andamento della cassa integrazione in Piemonte ? spiega il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris ? non devono trarci in inganno. L'economia regionale è in affanno e siamo molto preoccupati per il futuro di migliaia di lavoratori che, da qui a un anno e mezzo, non avranno più nessun ammortizzatore sociale. Il presidente regionale Sergio Chiamparino ci convochi subito dopo la pausa estiva, per affrontare quella che è una vera emergenza sociale. Il sindacato confederale presenterà le sue proposte e darà come sempre il suo contributo».

«I dati dell'Astigiano – aggiunge Sergio Didier, segretario generale Cisl per le province di Asti e Alessandria – sono un po' peggori rispetto alla media regionale, ma auspico che nei prossimi mesi rientrino nei parametri piemontesi. Comunque sia, come correttamente ha evidenziato il segretario regionale, questi "numeri" non devono trarre in inganno perché la crisi resta. Certo, come è emerso ancora due settimane fa a Roma, in occasione di una riunione del sindacato a livello nazionale cui ho partecipato, qualche segno di ripresa in Italia esiste. Bisogna però stare attenti, e fare in modo che questi segnali positivi coinvolgano le piccole e medie imprese, che tra l'altro costituiscono l'ossatura anche del nostro territorio, e stabilire finalmente, nel nostro Paese, una politica industriale che ancora oggi non esiste».

Elisa Ferrando

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