Sarà sciopero generale venerdì 28 novembre. A proclamarlo i sindacati di base, che invitano ad incrociare le braccia lavoratori pubblici e privati di tutti i settori, dai trasporti alla scuola, dalla sanità alla pubblica amministrazione.
I servizi essenziali saranno comunque garantiti nelle fasce di garanzia previste nel corso delle 24 ore che vanno dalle 21 del 27 novembre alle 21 del 28 novembre.
Le motivazioni alla base della protesta sono da ricercare nella Manovra economica 2026, contestata dalle firme sindacali Cub, Usb, Sgb, Cobas e Usi-Cit, che si oppongono «all’aumento delle spese militari a discapito di servizi pubblici essenziali». Contestati anche «il sottofinanziamento della sanità, della scuola e dei trasporti, oltre alla mancanza di iniziative per ridurre il lavoro precario e aumentare i salari».
«La Legge di bilancio presentata dal governo Meloni – spiegano dall’Usb – risponde alla logica del riarmo e alla scelta di incanalare il Paese verso un’economia di guerra. Mentre i salari e le pensioni continuano a perdere potere d’acquisto, le disuguaglianze sociali aumentano e si allarga il mondo della precarietà, il governo aumenta la spesa per l’acquisto e la produzione di nuovi armamenti, individuando nel settore bellico la soluzione alla crisi economica. Anzi, il vincolo europeo di contenimento del deficit pubblico, con conseguente taglio ai servizi e alla spesa sociale, viene perseguito proprio con l’obiettivo di poter investire in armamenti».
Il commento di Elena Beltramo
«Uno degli slogan storici del nostro sindacato – spiega la delegata Usb Piemonte, Elena Beltramo – è “Abbassare le armi, alzare i salari”. Sarà protagonista anche alla mobilitazione del prossimo fine settimana, che verterà anche sul tema del dimensionamento scolastico. Per questo allo sciopero sono interessati anche studenti astigiani, che si stanno preparando in contatto con altre organizzazioni studentesche, preoccupati per il loro futuro».
In Piemonte venerdì saranno previsti due cortei: uno a Torino, con partenza alle 10 da piazza XVIII dicembre; l’altro a Cuneo, con avvio alle 9.30 da piazza Europa. Inoltre sabato 29 si terrà la manifestazione nazionale a Roma.
Cgil, sciopero il 12 dicembre
Non scenderà invece in piazza la Cgil, che ha proclamato lo sciopero generale per il 12 dicembre con manifestazioni anche a livello provinciale.
«Lo scorso 3 ottobre – precisa Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil – il fatto che fossimo in piazza con i sindacati di base è stata una casualità. Avevamo infatti dichiarato che avremmo fatto sciopero il giorno successivo al blocco della Flotilla, avvenuto la sera del 2 ottobre».
«Per quanto riguarda, invece, la protesta contro la Legge di bilancio, che ci vedrà nuovamente in piazza – continua – le tempistiche previste dal nostro iter interno per arrivare a proclamare lo sciopero non consentivano altre opzioni rispetto alla data scelta, ovvero venerdì 12 dicembre. Anche in virtù della normativa sulla rarefazione degli scioperi e di alcuni divieti, come quello che obbliga la pubblica amministrazione a non astenersi dal lavoro dieci giorni prima di una festività. Tranquillizzo, in questo senso, anche chi ci accusa di scioperare il venerdì per garantire ai lavoratori il “weekend lungo”. Come detto, la scelta è stata obbligata. E poi ricordo che molti lavoratori, anche non coinvolti nei servizi pubblici essenziali, come gli addetti del terziario o gli operai in fabbrica, lavorano anche il sabato o la domenica».
Le manifestazioni di Uil e Cisl
Scelta differente per i sindacati Uil e Cisl, che in merito alla Legge di bilancio hanno optato non per lo sciopero, ma per la manifestazione nazionale a Roma: la Uil sabato 29 novembre, la Cisl il 13 dicembre.
La manifestazione Uil ha l’obiettivo di ottenere modifiche alla manovra economica varata dal Governo. Il sindacato ha confermato il giudizio positivo in merito alla detassazione degli aumenti contrattuali, una richiesta sostenuta da tempo dal sindacato, espressamente avanzata al tavolo del confronto con il Governo e da quest’ultimo accolta con uno stanziamento complessivo di 2 miliardi sui 18 della manovra, comprensivi dei 600 milioni aggiuntivi per i contratti del pubblico impiego. Parimenti, ha ribadito il giudizio negativo sui capitoli relativi a pensioni, sanità e fisco, considerati «inadeguati e incompleti».
Per la Cisl la manifestazione del 13 dicembre sarà il momento culminante del “Cammino della responsabilità” che ha promosso per sancire un “Patto della responsabilità” tra Governo, parti sociali e forze politiche, in vista del 2026 e della conclusione del PNRR, per dare concretezza a traguardi strategici condivisi. «Rilanceremo – spiegano dal sindacato, che ha analizzato la Legge di bilancio, tra punti approvati e altri da migliorare o modificare – un Patto sociale che leghi crescita, salari, coesione e partecipazione. Questa è la strada per restituire fiducia nelle istituzioni, far partecipare le persone alle scelte, respingere polarizzazioni sterili e derive ideologiche, ricercando il massimo di incisività sociale sulle politiche pubbliche».