Si è parlato del futuro della Cisl al Consiglio generale della Cisl Alessandria – Asti che si è riunito mercoledì mattina allhotel Salera. Evento cui ha partecipato, tra gli altri, Anna
Si è parlato del futuro della Cisl al Consiglio generale della Cisl Alessandria – Asti che si è riunito mercoledì mattina allhotel Salera. Evento cui ha partecipato, tra gli altri, Anna Maria Furlan, segretario generale del sindacato, affiancata da Alessio Ferraris, segretario generale regionale, e Sergio Didier, segretario per le province di Alessandria e Asti. I circa 80 componenti del Consiglio hanno discusso dei principali temi di attualità politico – sindacale e della campagna #firmalacrescita, che vede impegnato il sindacato nella richiesta di un fisco più equo attraverso misure per la redistribuzione dei redditi, come un bonus da 1000 euro annui per tutti i contribuenti con un reddito individuale fino a 40 mila euro e unimposta sulla grande ricchezza netta e la riduzione dellevasione fiscale. E ancora, della riorganizzazione interna volta a rendere la Cisl più vicina ai cittadini.
«Il sindacato del futuro – ha spiegato Anna Maria Furlan ai cronisti – è quello che sa stare vicino ai lavoratori e aprirsi alle comunità, soprattutto a tutti coloro che oggi fatichiamo a rappresentare: i precari, i giovani, i tanti che, nel nostro Paese, hanno meno cittadinanza del lavoro. Il nostro obiettivo è la riforma della contrattazione come cuore dellazione sindacale, ovvero la creazione di quelle condizioni per cui la contrattazione di secondo livello determini buste paga più pesanti e rilanci la competitività delle nostre imprese». La riorganizzazione sarà sperimentata alla Cisl di Alessandria – Asti e segue la fusione delle sedi avvenuta due anni fa (insieme contano 65mila iscritti).
«In sostanza – ha spiegato il segretario generale regionale Alessio Ferraris – le zone, ovvero le nuove strutture sindacali della Cisl del futuro, saranno comunità di prossimità, esempi di democrazia partecipata e di voglia di investire sul territorio. Da una parte il sindacato sta subendo una dieta dimagrante a livello centrale e regionale, in questultimo caso con la riduzione, entro un anno e mezzo, delle federazioni da 19 a 6, che seguirà la dimuzione, già avvenuta, delle sedi da 9 a 4. E ancora, con meno spazio a quadri e politici a favore dei rappresentanti territoriali. Dallaltra si libereranno risorse per creare sedi territoriali aperte più a lungo, anche in orari inconseuti come alla sera e nei fine settimana, che organizzeranno iniziative pubbliche in cui discutere delle criticità ma anche delle opportunità fornite dal territorio, suscitando un dibattito e una sinergia con la politica per risollevare leconomia locale».
Convinto delle potenzialità del progetto anche Sergio Didier. «Il fatto di essere stati scelti per la sperimentazione – ha commentato – è un motivo di orgoglio che ci spinge ad un maggiore impegno nella costruzione del sindacato di domani».
Elisa Ferrando