Da questo mese niente stipendio per i circa 60 dipendenti della Gelosobus di Canelli. A confermarlo, con molta amarezza, il titolare dellazienda, Nico Geloso. «Siamo stati costretti ad affiggere nella bacheca aziendale il comunicato in cui annunciavamo il provvedimento – afferma – siamo in credito verso la Regione e le Province per 2,5 milioni di euro, con fatture risalenti addirittura al dicembre 2011»
Da questo mese niente stipendio per i circa 60 dipendenti della Gelosobus di Canelli. A confermarlo, con molta amarezza, il titolare dellazienda, Nico Geloso. «Siamo stati costretti ad affiggere nella bacheca aziendale il comunicato in cui annunciavamo il provvedimento – afferma – a causa del cronico ritardo con cui veniamo pagati per lo svolgimento del servizio di trasporto extraurbano e sostituzione ferrovia. Basti pensare che, solo come Gelosobus, siamo in credito verso la Regione e varie Province (che a loro volta, però, ricevono fondi da Torino) per 2,5 milioni di euro, con fatture risalenti addirittura al dicembre 2011».
Ma questo non è lunico grave ostacolo che affligge le aziende del settore. «Abbiamo saputo, nei giorni scorsi – continua – che la Regione non avrà fondi a sufficienza per far fronte, nel 2013, al servizio che ci ha appaltato due anni fa, tanto che ha già ipotizzato di fissare una riduzione del 60-70% del pacchetto contenuto nella gara dappalto che abbiamo vinto. Gara in vista della quale abbiamo effettuato investimenti in modo da obbedire ai requisiti richiesti, dallacquisto di nuovi mezzi allattivazione della biglietteria automatica. Ecco, se effettivamente il servizio sarà ridotto di una percentuale così drastica, allora non sappiamo veramente come comportarci per il futuro.
Ma una cosa è certa: se si continua così il sistema del servizio pubblico salterà dal 1° maggio. Il tutto per una scelta politica della Giunta Cota, che ha deciso di non destinare altri fondi al trasporto pubblico oltre ai 485 milioni arrivati da Roma e vincolati al settore per il 2013. Quindi faremo quello che potremo da azienda privata: alzeremo il prezzo del biglietto senza rispettare più le tariffe regionali, non riconosceremo più i biglietti integrati tra ferrovia e trasporto su gomma, e così via. E visto che non ho la bacchetta magica, non so quando potrò di nuovo pagare i dipendenti, dato che ormai sono pessimista e amareggiato».
Preoccupati i sindacati. «Siamo stati avvisati di questa emergenza nei giorni scorsi – afferma Luciano Tolu, segretario provinciale Fit Cisl – per cui attiveremo la procedura di raffreddamento e, come succede in questi casi, saremo convocati dal Prefetto insieme allazienda. Certo, la situazione è veramente drammatica e temiamo possa riguardare in futuro anche altre aziende nella stessa situazione. Ma non possiamo nemmeno tollerare che a pagare sia lanello debole di questa situazione, ovvero, come sempre, il lavoratore dipendente. Per questo, come segreteria regionale Fit Cisl stiamo facendo pressione sulla Regione in modo che sblocchi i pagamenti e, insieme a Cgil e Uil, parteciperemo come confederazione allo sciopero regionale dal 18 aprile a Torino, in cui denunceremo anche la situazione del trasporto pubblico».
In questo quadro desolato, il presidente regionale Roberto Cota ha invece commentato in modo positivo il decreto legge sui debiti della Pubblica amministrazione approvato il 6 aprile dal Consiglio dei ministri: «Ci sono norme importanti che ci consentiranno di completare le nostre riforme e di far fronte ad alcune criticità di bilancio. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto insieme allassessore Pichetto con il Ministero dellEconomia». Per poi parlare del trasporto pubblico locale, evidenziando che «mediante lutilizzo di una parte dei fondi Fas potremo far fronte al debito pregresso e così dare respiro ad Enti locali ed aziende».
e.f.