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Economia

Camusso: «Contro il caporalato
liste di lavoratori presso i Comuni»

Legalità del lavoro agricolo e caporalato in campagna. Questi i temi trattati ieri (giovedì) nel palazzo della Provincia con un relatore d’eccezione: il segretario generale nazionale della Cgil

Legalità del lavoro agricolo e caporalato in campagna. Questi i temi trattati ieri (giovedì) nel palazzo della Provincia con un relatore d’eccezione: il segretario generale nazionale della Cgil Susanna Camusso. Ad organizzare l’evento, a cui hanno preso parte anche gli assessori regionali Giorgio Ferrero e  Giovanna Pentenero, è stata la Camera del lavoro di Asti in collaborazione con la categoria Flai Cgil. Nel corso dell’incontro è così stato ricostruito il fenomeno della “vendemmia della vergogna”, in riferimento allo sfruttamento dei vendemmiatori di origine bulgara e macedone assoldati a settembre per staccare uva a tre euro l’ora sulle colline canellesi. Questi episodi documentati dalle inchieste giornalistiche della stampa locale e nazionale hanno portato alla luce la condizione non solo di lavoro di questi braccianti, che sovente assume le sfumature del grigio, ma anche quelle di soggiorno perché i vendemmiatori, riposte le cesoie la sera tardi, dormono stipati in camere con venti persone a cinque euro l’ora se non al riparo di alloggi di fortuna sulle sponde del Belbo o in vecchie cascine diroccate, senza luce né acqua.

Prezioso: «Caporalato anche a Canelli»
Il messaggio che così è emerso dai racconti e dalle testimonianze di questi stagionali è che una parte della ricchezza astigiana derivata dalla vendita delle frizzanti bollicine all’estero sia stata costruita sullo sfruttamento di questa grande massa di disperati provenienti dall’Est. «Il caporalato non si riscontra solo in Puglia o Calabria ma anche qui al Nord, nella ricca Canelli – ha introdotto Giovanni Prezioso, segretario generale provinciale Cgil – quando abbiamo sollevato il problema siamo stati accusati di voler danneggiare l’immagine dei nostri vini. Se qualcuno non ritiene importante la dignità di questi lavoratori non può però pensare di poter essere concorrenziale sui mercati internazionali con un prodotto la cui filiera è di dubbia eticità».
Tra le strade praticabili per affrontare di petto il problema, Prezioso individua quella dell’accoglienza. In riferimento alla posizione politica di alcuni amministratori locali, tra i quali il sindaco di Canelli Marco Gabusi, assente in sala e da sempre contrario alla realizzazione di un campo di accoglienza, Prezioso ha aggiunto: «i soggetti coinvolti come produttori, sindacati, associazioni di categoria e parti politiche devono sedersi ad un tavolo per trovare una soluzione. Sappiamo che l’assenza di una struttura volta a questo compito alimenta un remunerativo mercato nero degli affitti. Invito la Guardia di Finanza a fare verifiche in questo senso».
Altra strada, quella dei controlli delle Forze dell’ordine nei confronti delle aziende e delle cooperative che procurano la forza lavoro, soprattuto di quelle cosiddette “senza terra”. Misure queste indispensabili per sconfiggere il fenomeno dell’illegalità nel mercato del lavoro. «Caso strano, a seguito dei controlli di carabinieri e Guardia di Finanza fatti tra agosto e settembre molte cooperative fittizie sono scomparse dall’oggi al domani. Segno che questa è la strada giusta» ha concluso Prezioso.

La testimonianza di Guruseb Singh
Significativa è stata la testimonianza del giovane Guruseb Singh, indiano di 26 anni, il quale ha mostrato come il caporalato possa nascondersi anche tra le stalle delle fattorie piemontesi, a pochi chilometri da Asti, con episodi di brutalità e prevaricazione da secoli bui. Giorgio Ferrero nel suo intervento ha ricordato «come occorra offrire un’ospitalità decorosa alle centinaia di stagionali che ogni anno contribuiscono alla raccolta dell’uva e alla produzione di un prodotto che vuole essere biglietto da visita di un territorio oltre frontiera».  

«Liste di lavoratori presso i Comuni»
A queste osservazioni ha fatto eco anche Susanna Camusso, la quale ha concluso i lavori della conferenza. La Camusso ha osservato come un prodotto «non possa vantare un bollino di qualità, se non può garantire  sull’eticità della filiera». L’etica in questo caso si traduce nel rispetto della dignità umana, nella qualità delle condizioni di lavoro della manodopera e nella trasparenza della retribuzione, che deve essere in linea con quanto stabilito dai contratti nazionali.
La ricetta che la Camusso prospetta per combattere il caporalato è poi semplice: «istituire delle liste di lavoratori agricoli a disposizione delle aziende presso i Comuni, così come si faceva un secolo fa. Non ci devono essere forme di intermediazione, in questo modo il contatto tra domanda e offerta avviene in un contesto trasparente, dove per la criminalità organizzata è difficile inserirsi. Le Regioni e le amministratori locali devono poi porsi il problema dell’accoglienza». Alla domanda se l’istituzione di elenchi di vendemmiatori possano mettere dunque in discussione il ruolo delle numerose cooperative agricole che ogni anno propongono manodopera ai viticoltori, Susanna Camusso risponde secca: «Se l’unica funzione della cooperativa è quella di essere un’intermediazione della manodopera allora diciamo sì».

Lucia Pignari

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