Presentati i dati sui flussi turistici nell'Astigiano nell'ambito di un programma strategico regionale che si pone come obiettivo una riqualificazione per il 2015. Fra le criticità vi è la frammentazione in categorie e sottocategorie di tutti gli attori che operano nel settore. Servono più specializzazione, più formazione, canali multimediali diffusi ed analisi precisi della clientela attuale in modo da soddisfare le sue aspettative prima di andare a cercarne di nuova.
Non saremo più provincia, ma questo non basta per perdere la nostra identità territoriale. Soprattutto se questa stessa identità dovrà essere venduta ai turisti. Con la parola dordine aggregazione, ieri mattina, assente lannunciato assessore Cirio, la Regione ha presentato i primi passi del programma strategico del turismo da qui al 2015, anno dellExpò di Milano e del bicentenario della nascita di Don Bosco. Un incontro fra tecnici incaricati dalla Regione e le amministrazioni e gli operatori a vario titolo interessati al turismo. E i numeri confermano che per il Piemonte, Asti compreso, quello del turismo è lunico settore in crescita costante negli ultimi dieci anni con un +41% nella nostra provincia che equivale ad un aumento del 32% di arrivi. LAstigiano soffre ancora di stagionalità del turismo, con picchi da giugno a novembre e bassissima attività nel resto dellanno.
Le nostre strutture ricettive sono di dimensioni medio-piccole e la media di durata della permanenza non arriva a due giorni e mezzo contro i 3 di media regionale. Anche la spesa media pro capite al giorno è di 81 euro, un po sotto quello che si spende nel resto del Piemonte. Un altro dato importante riguarda un forte calo dellintermediazione classica di agenzie e tour operator per i flussi verso lAstigiano a favore di un aumento dei pacchetti fai da te decisi e programmati soprattutto verso le eccellenze agroalimentari e on line. E questo è un dato che fa riflettere, ha sottolineato la direttrice di Piemonte Turismo Maria Elena Ricci, perchè significa lavorare molto sui canali di comunicazione multimediali attraverso i quali viaggiano le scelte dei turisti. Che nellAstigiano sono per metà italiani e per laltra metà stranieri in arrivo da Germania, Francia, Benelux, Svizzera.
I prodotti turistici da vendere sono lenogastronomia, arte e castelli, sagre ed eventi, attrazioni religiose, ciclo e mototurismo.
Pre aumentare la competività di tutti gli operatori del settore, ha invece spiegato il coordinatore del programma strategico Winteler, serve una forte cooperazione fra pubblico e privato, ununione di intenti e obiettivi che deve superare linsostenibile frammentazione di oggi di piccoli interessi di categoria, lo sviluppo del prodotto, la formazione, la riqualificazione dellaccoglienza e un forte impegno sulle nuove tecnologie, con lobiettivo ambizioso di far diventare il Piemonte la prima regione interamente wi fi. Sempre Winteler ha sottolineato che il turismo non deve essere considerato come promozione, ma come un settore economico e produttivo a tutti gli effetti che necessita di scelte di tipo imprenditoriale.
Fra i suggerimenti dei presenti, quello importante di Don Egidio Dejana, rettore del Colle Don Bosco che chiede un tavolo costruttivo per "trasformare" il grande flusso di pellegrini in un circuito di turismo, seppure le permanenze siano molto limitate. Considerando che solo fra settembre ed ottobre, il Tempio del Colle Don Bosco ha registrato 78 mila visite. Il progetto regionale intende chiudere entro novembre le presentazioni nelle varie province, definire entro dicembre le linee guida e preparare il programma strategico entro febbraio del 2013.
Daniela Peira