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sciopero alla Fortes
Economia
Baldichieri

Vertenza Fortes, spedite 106 lettere di licenziamento

Inviate venerdì scorso ai 106 dipendenti a tempo indeterminato impegnati nello stabilimento Al.Pi. – Protesta la Flai Cgil – L’azienda: «Atto dovuto che prescinde dall’agitazione sindacale in corso»

«Chiediamo un giusto contratto e ci rispondono con il licenziamento».
Con queste parole è intervenuto ieri pomeriggio (lunedì) il sindacato Flai Cgil, dopo che la Fortes srl – società che gestisce l’attività di macellazione nello stabilimento Al.Pi. di Baldichieri, il cui appalto è in scadenza il 31 agosto – ha avviato venerdì scorso una procedura di licenziamento collettivo per i 106 lavoratori a tempo indeterminato (i restanti 19 sono a tempo determinato, per cui il contratto scadrà il 31 agosto).
Una procedura che arriva durante la vertenza che coinvolge sindacato e lavoratori dall’inizio del mese, quando la Flai Cgil ha dichiarato prima lo stato di agitazione e poi lo sciopero ad oltranza (a partire dal 7 agosto). Sciopero che ha visto una tregua dal 14 agosto, considerata la chiusura per ferie dello stabilimento fino al primo settembre (come stabilito lo scorso maggio).

Le ragioni dell’agitazione

Motivo dello scontro, le condizioni proposte in vista del previsto passaggio tra la Fortes srl, che gestisce il servizio di macellazione all’interno dello stabilimento Al.Pi., e la Società agricola Gruppo Ciemme, che acquisirà proprietà e attività di macellazione dal 4 settembre.
Il sindacato ha indetto lo sciopero «per l’ennesimo passaggio di proprietà, l’ennesimo tentativo di peggiorare le condizioni dei lavoratori». Tra le critiche avanzate, la migrazione dal contratto di lavoro artigianale, in essere attualmente, a quello agricolo – florovivaista, invece che a quello dell’industria alimentare. «Un contratto peggiorativo per vari motivi – spiega la sindacalista Letizia Capparelli – come il fatto che con esso perderebbero il diritto alla Naspi, alla cassa integrazione in caso di calamità (spesso presente nel settore, come nel caso della peste suina) e altri benefici contrattuali presenti nell’industria alimentari e assenti in quello proposto. Tra gli altri motivi dello sciopero anche il futuro dei dipendenti a tempo determinato. «In questo passaggio di proprietà dovrebbero essere confermati tutti i lavoratori, quindi anche quelli con contratto a termine, considerando la mole di straordinario che svolgonoRiteniamo che non si possa fare a meno di nessun lavoratore occupato. Anzi, sarebbe opportuno aumentare la forza lavoro per distribuire opportunamente i carichi. Queste e altre questioni sono state ribadite all’incontro dello scorso 8 agosto con Fortes e Gruppo Ciemme. Incontro che aveva prodotto qualche timido, ma insufficiente, passo in avanti».

La replica della Fortes

Da parte sua la proprietà era intervenuta proprio l’8 agosto, replicando punto per punto alle accuse del sindacato e ricordando di aver «presentato un piano industriale di investimento garantendo, sin dall’avvio delle trattative, e ben prima delle agitazioni sindacali in corso, che tutte le maestranze a tempo indeterminato occupabili alla data del trasferimento potranno proseguire l’attività nella nuova realtà imprenditoriale». Tra i vari punti sottolineati, anche il fatto che «l’applicazione del contratto nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti, con integrazione del contratto integrativo provinciale dei lavoratori della provincia di Cuneo, è d’obbligo in considerazione della natura di società agricola del Gruppo Ciemme e della sede legale della società, considerata anche la previsione, da parte degli accordi collettivi, delle attività di macello tra quelle affini e strumentali alla filiera agricola».

La procedura

Ora la notizia della procedura di licenziamento. «Darà il via – continua Letizia Capparelli – ad una fase di consultazione sindacale obbligatoria per 75 giorni. La questione rimane la stessa. I lavoratori chiedono che venga riconosciuta loro la professionalità acquisita negli anni con l’applicazione del contratto nazionale dell’agroindustria. Ma piuttosto che trovare un percorso condiviso con l’organizzazione sindacale, l’azienda decide di metterli di fronte alla scelta di accettare il contratto da agricoltori o di essere licenziati. La volontà dei lavoratori è riprendere il proprio lavoro. Come Flai Cgil staremo al loro fianco e insieme decideremo il percorso da intraprendere».

L’intervento di Massimiliano Messeri

A replicare al sindacato Massimiliano Messeri, responsabile del personale della società Fortes.
«La procedura di licenziamento – spiega – è un atto dovuto perché il 31 agosto sarà l’ultimo giorno di appalto di Fortes presso lo stabilimento di Baldichieri. Un atto che, quindi, prescinde dalle questioni sindacali in corso e che, quindi, non è affatto intimidatorio. D’altro canto la società si era attivata affinché il Gruppo Ciemme potesse assorbire tutta la manodopera nella nuova gestione del macello alle stesse condizioni. Per questo era stato offerto un contratto a tempo indeterminato senza periodo di prova, mantenendo Ral, mansione e livelli del precedente contratto in Fortes, con ulteriore garanzia di un periodo di 24 mesi in cui non era possibile effettuare licenziamenti dovuti a cause tecniche o produttive, in modo che i dipendenti potessero maturare la famosa disoccupazione agricola che, appunto, si ottiene dopo due anni. Per quanto riguarda, invece, i dipendenti a tempo determinato, avrebbero avuto la prelazione sulle future assunzioni. Comunque il Gruppo Ciemme, anche ora, è pronto e disponibile ad assumere. E’ in attesa: la sua offerta è sempre sul piatto».

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