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Uova pasquali
Economia

“Vietata la vendita di uova e colombe, pasticcerie artigianali discriminate”

Presa di posizione di Confartigianato sull’interpretazione governativa del decreto dell’11 marzo. Stimate perdite in Piemonte per 40 milioni di euro

Vietata la vendita di uova e colombe pasquali artigianali

Niente uova, colombe e specialità di pasticceria artigiana sulle tavole pasquali.
Ne vieta la vendita un’interpretazione governativa del Decreto del presidente del Consiglio Conte dell’11 marzo in materia di contenimento dell’emergenza Covid-19. Interpretazione in base a cui le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti nemmeno attraverso la modalità di asporto, consentita invece ad altre attività.

La perdita per il settore

Secondo Confartigianato, lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenta “un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari”.
Questo provvedimento determina in Piemonte, in base ai dati incrociati da Confartigianato, perdite per 40 milioni di euro in un mese, che si scaricano su circa 1.600 pasticcerie e gelaterie, di cui 1.200 sono imprese artigiane, in Piemonte.
L’incrocio dei dati strutturali di fatturato per addetto del settore, dell’occupazione del settore e della distribuzione delle vendite mensili rilevata dalle imprese del sistema Confartigianato, consente infatti di stimare in Piemonte 34 milioni di euro la perdita di fatturato nel mese di aprile, concentrato nelle mancate vendite dei dolci legati alla ricorrenza di Pasqua. Ai mancati ricavi si aggiunge la perdita, valutabile in 7 milioni di euro, determinato dal deperimento di parte delle materie prime acquistate prima dello stop, in previsione della produzione per il periodo pasquale, e dal parziale utilizzo legato all’imprevista chiusura resa necessaria per limitare i contagi da Covid-19. Con la somma dei due effetti, si scarica appunto sulle 1.618 imprese della pasticceria piemontese un danno economico di 40 milioni di euro.

Il commento di Alessandro Del Trotti

“Siamo i primi a rispettare le regole per difendere la salute dei cittadini – afferma Alessandro Del Trotti, referente produttori dolciari di Confartigianato Piemonte – ma non accettiamo un’interpretazione della norma che si traduce in una palese e assurda penalizzazione delle nostre produzioni, a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria. Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai consumatori”.

Le parole di Giorgio Felici

“Dobbiamo essere tempestivi e concreti per evitare che dall’emergenza sanitaria si passi ad un’emergenza sociale che non ci possiamo permettere”, commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte. “Abbiamo bisogno di un Piano straordinario per la liquidità delle imprese, di un’ingente erogazione di credito, con la garanzia 100% dello Stato, che ci possa consentire la ripresa. Dobbiamo essere messi nelle condizioni, in maniera semplice e diretta, di poter garantire il posto di lavoro ai nostri collaboratori e ripartire più forti e motivati di prima, una volta che l’emergenza sanitaria sarà conclusa”.
“Il problema più impellente per le nostre imprese è la liquidità”, conclude. “Per questa ragione, è fondamentale che vengano rinviate le scadenze fiscali di aprile e che ci sia l’adeguato finanziamento degli ammortizzatori sociali. Ma soprattutto vanno messe in campo risorse immediatamente accessibili alle micro e piccole imprese”.

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