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Vinchio e Vaglio, come vanno i vinivecchi e nuovi della cantina sociale
Economia

Vinchio e Vaglio, come vanno i vini
vecchi e nuovi della cantina sociale

Il bilancio dell’annata della cantina sociale: le novità in catalogo si chiamano "Ulisse" e "Perla rossa", ma di nuovo c'è anche l'impianto fotovoltaico e quello di fitodepurazione delle acque reflue. Il fatturato ha un segno positivo, mentre i mercati si espandono soprattutto oltreconfine. Preoccupazione per il calo di produzione, a fronte di una domanda che continua a crescere

E’ un appuntamento diventato quasi una tradizione quello con l’Arengo, il  rosso “giovane” della Cantina di Vinchio e Vaglio Serra, (presidente Lorenzo Giordano, direttore Ernestino Laiolo, enologo Giuliano Noè ed export manager Emiliano Morando)  quest’anno pronto già nei giorni prima di Natale.
Un vino di recente ideazione a cui si affiancano come novità in commercio “Ulisse”, bianco in bag-in-box da uve Arneis e Favorita, il Piemonte rosso doc da un blend di uve Barbera, Dolcetto, Freisa, Merlot e Cabernet e il “Perla Rossa”, da uve Barbera stramature, secondo Giuliano Noè vino irripetibile e fascinoso.

Nuovo anche l’impianto fotovoltaico da 200 kw e quello di fitodepurazione delle acque reflue, che entrerà in funzione nelle prossime settimane, realizzati in prospettiva di un migliore rispetto ambientale. L’appuntamento è stato occasione inoltre per riepilogare tutti i numeri dell’annata appena conclusa: innanzitutto quelli del fatturato, a segno positivo.
A luglio 2012 sono 8 milioni e 400 mila euro, oltre 6 in Italia e circa 2,2 (un quarto in più dello scorso anno) all’estero. Oltre confine i mercati con maggiore presenza sono nell’ordine la Danimarca, la Svizzera e gli Stati Uniti, con l’Asia come fronte in ampliamento. Oltre 1 milione e 700 mila le bottiglie vendute, a fianco di 267.637 bag-in-box, da 3,5 e 10 litri, ovvero oltre 13mila ettolitri di vino.

A destare attenzione è invece il calo di produzione nel 2012, circa 30 mila quintali di uva e oltre 21 mila ettolitri di vino, in percentuale un calo del 25% rispetto al 2011, che già aveva riscontrato un 13% in meno rispetto all’anno precedente. «La situazione ci preoccupa – spiega Ernestino Laiolo – perché rischiamo di esaurire le scorte in un momento in cui la richiesta dei nostri vini è in crescita». Aggiunge Renzo Giordano: «Uno degli impegni prioritari di questi mesi è proprio quello di favorire l’ingresso di nuovi conferitori che abbiano lo stesso principio produttivo della nostra cooperativa: controllo di qualità prima di tutto nel vigneto e poi in cantina. Guardiamo avanti malgrado la crisi e credo che il 2013 sarà un banco di prova importante per verificare le nostre capacità di tenuta: non è il caso di farsi troppe illusioni su un’ulteriore crescita della commercializzazione, ma il nostro impegno sarà quello di mantenere il livello attuale nelle aree dove abbiamo già una buona diffusione e aprire, ove possibile, dove invece erano finora assenti».

Fulvio Gatti

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