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Way Assauto, in forse la proroga della cassa
Economia

Way Assauto, in forse la proroga della cassa

Il 21 novembre scadranno gli ammortizzatori sociali per i 180 dipendenti della storica fabbrica. In Regione il curatore fallimentare e l'assessore Parodi per capire se sia possibile ottenere una proroga: la risposta è positiva, ma ci sono delle condizioni. Ma ci sono nuvole nere sul futuro della cassa per il 2013. Niente di certo nemmeno per i lavoratori della Climovent, di Dusino San Michele

E’ in forse la proroga della cassa integrazione per i 180 dipendenti dell’ex Way Assauto. Giovedì una delegazione rappresentativa dei sindacati che seguono la vicenda della storica fabbrica di ammortizzatori –  Morabito (Fiom Cgil), Palma (Fim Cisl) e Di Blasio (Uilm) – si è infatti recata in Regione, insieme all’avvocato Giorgio Todeschini, curatore fallimentare dell’ex Way Assauto, e all’assessore comunale alle Attività produttive Marta Parodi, per capire se sia possibile prorogare l’ammortizzatore sociale in scadenza il prossimo 21 dicembre. «Nel corso dell’incontro – spiega Giuseppe Morabito (Fiom Cgil) – è emerso  che, in base alla normativa, la proroga è possibile a patto che, in questi primi sei mesi di cassa in deroga, venga ricollocato o vada in pensione il 10% dei 180 lavoratori che attualmente percepiscono l’ammortizzatore sociale. Di conseguenza entro il 21 dicembre bisogna ancora ragionare su 6 lavoratori della lista, visto che 12 sono già stati ricollocati».

«Ma questo non basta – aggiunge Tino Camerano, segretario provinciale Fim Cisl – in quanto non è ancora sicuro se lo Stato assicurerà la copertura finanziaria di questo strumento il prossimo anno, cosa che ovviamente ci auguriamo». A questo punto, quindi, le incognite sul futuro della Waya sono numerose. «Da parte nostra – continua Morabito – ci occuperemo di riaprire la mobilità, che scade il 20 dicembre, per tutti e 180 i lavoratori, in modo da garantire un “paracadute” nel caso in cui non fosse più disponibile la cassa in deroga. Dopodiché, ovviamente, faremo il possibile per ricollocare i lavoratori. A questo proposito chiederemo un incontro col Comune e la nuova proprietà cinese, lo Cijan group, in primo luogo per capire quali sono i programmi, dato che l’avvio della produzione, annunciata lo scorso settembre, è stata rimandata. E poi per ragionare sulla ricollocazione dei lavoratori: a questo riguardo, se si cominciasse con i sei che devono “uscire” dalla lista per consentire la proroga della “cassa”, sarebbe un buon inizio».

Morabito però allarga il ragionamento. «Mi ha fatto piacere che l’assessore Parodi abbia partecipato all’incontro – conclude – ma ora è necessario avviare un tavolo – composto da sindacati, Istituzioni e imprenditori – per ragionare su come uscire dalla crisi economica. Servono idee, azioni, progetti, e anche in fretta. Per quanto riguarda l’ex Waya, ad esempio, il tempo stringe, e sono a disposizione al massimo sette mesi di tempo». Sempre dal fronte metalmeccanico, c’è attesa anche per quanto riguarda il futuro dei 19 dipendenti della “Climovent Italia” di Dusino San Michele – azienda che fabbrica prodotti per la distribuzione dell’aria, di proprietà del gruppo francese “Aldes Aeraulique” – destinata a cessare l’attività. Venerdì pomeriggio era in programma l’incontro tra azienda e sindacati, il primo dopo lo sciopero dei lavoratori che si è svolto lunedì.

I dipendenti si erano infatti astenuti dal lavoro dopo che era saltata la trattativa tra azienda e sindacati: questi ultimi avevano chiesto due anni di cassa integrazione, mentre l’azienda ne aveva proposto soltanto uno. Sciopero che, però, non è proseguito nei giorni successivi in quanto il responsabile dello stabilimento, Mauro Milella, aveva paventato un’altra possibilità in modo da «lasciare tutti il meno insoddisfatti possibile». «Domani – annuncia Silvano Uppo, segretario provinciale Uilm – l’azienda ci dirà se è disponibile a concedere, al posto del secondo anno di “cassa”, un congruo rimborso per risarcire i dipendenti dalla mancanza del secondo anno di ammortizzatore sociale».

Elisa Ferrando

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