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Waya, finita la cassa integrazioneparte la mobilità per 150 operai
Economia

Waya, finita la cassa integrazione
parte la mobilità per 150 operai

Dalla prossima settimana i lavoratori interessati dovranno registrarsi nelle liste di mobilità. Intanto sindacati e Comune auspicano un incontro con i vertici cinesi. «Pur nella difficoltà di approcciarsi con un gruppo che finora ha disatteso tutte le promesse di riavvio della produzione annunciate nei mesi scorsi», sottolinea l'assessore Marta Parodi…

Way Assauto, scorrono i titoli di coda. Oggi scade la cassa integrazione in deroga, ultimo ammortizzatore sociale concesso ai circa 150 dipendenti della storica azienda di via Antica Cittadella specializzata nella produzione di ammortizzatori per auto. Da domani, quindi, partirà la mobilità, con durata diversa (da uno a tre anni) a seconda dell’età del lavoratore, conseguenza del licenziamento da parte dell’azienda. L’entità dell’assegno è differente negli anni: durante il primo ammonta a 780 euro al mese, per poi scendere a 690 euro al mese dal secondo anno in poi. Dalla prossima settimana i lavoratori interessati dovranno registrarsi nelle liste di mobilità al Centro per l’impiego, che nei giorni di martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 luglio rimarrà aperto eccezionalmente al pomeriggio per poter svolgere questo passaggio burocratico.

«E’ molto triste assistere a questo epilogo – commenta Salvatore Pafundi (Fim Cisl) – per un’azienda che ha oltre 100 anni di storia, essendo stata fondata nel 1908. E che nel 2005 ha cominciato il suo declino, passando per il fallimento e, nel marzo 2011, per l’acquisizione da parte del cinese “Cijan group”. Gruppo che, tuttavia, non ha riavviato la produzione come inizialmente previsto e ha assunto solo una ventina di lavoratori. Per questo sarebbe interessante  un incontro con il Comune e la proprietà per capire le intenzioni dei vertici cinesi e, al contempo, il futuro dei dipendenti assunti a tempo determinato, a cui scadrà il contratto nel corso di quest’anno».

«L’incontro è di fondamentale importanza – sottolinea Marta Parodi, assessore comunale alle Attività produttive – pur nella difficoltà di approcciarsi con un gruppo che finora ha disatteso tutte le promesse di riavvio della produzione annunciate nei mesi scorsi. Confesso, a questo proposito, che sono delusa dall’epilogo della vicenda, anche perché come Comune l’abbiamo seguita da vicino, passo dopo passo. Ora, però, bisogna analizzare la questione sotto il profilo tecnico, per capire innanzitutto i risultati prodotti dagli investimenti effettuati dalla proprietà e la sorte dei 20 dipendenti assunti a tempo determinato. Dopodiché dobbiamo concentrarci sul futuro dei 150 lavoratori con programmi di riqualificazione efficaci».

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