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Zucchero nel mosto, la Regionedice sì ma c’è chi è molto critico
Economia

Zucchero nel mosto, la Regione
dice sì ma c’è chi è molto critico

A inizio mese la Giunta Regionale ha dato il via libera all'arricchimento mosto concentrato. In pratica è stato autorizzato l'aumento del titolo alcolometrico volumico naturale dei prodotti

A inizio mese la Giunta Regionale ha dato il via libera all'arricchimento mosto concentrato. In pratica è stato autorizzato l'aumento del titolo alcolometrico volumico naturale dei prodotti vitivinicoli ottenuti dalle uve raccolte nella nostra Regione. I vini da tavola potranno essere quindi arricchiti fino ad un limite massimo di 1,5% vol ed i vini dop fino ad limite un massimo di 1% vol, tranne il Roero e le Colline Saluzzesi. La richiesta era stata avanzata dai principali Consorzi piemontesi e accolta dall'assessore all'Agricoltura Giorgio Ferrero ma ha lasciato scontenti una parte degli osservatori, tra cui Giancarlo Gariglio di Slowine. Nodo della vicenda, il fatto che l'arricchimento con mosto concentrato rettificato dovrebbe essere concesso soltanto nelle annate caratterizzate da condizioni climatiche sfavorevoli e che quella di quest'anno non rientri nella categoria.

Gariglio polemizza con quanto deciso dalla Regione Piemonte puntualizzando in una nota comparsa sulla pagina ufficiale del sito dell'associazione: «Siamo nel 2015, con un'estate torrida. Chi non riesce a far maturare le uve per produrre vini di qualità media deve cambiare lavoro». L'arricchimento è qui contestato non perché rappresenti una minaccia alla salute dell'uomo ma piuttosto perché nuocerebbe all'immagine dello stesso prodotto: il vino. In un contesto storico ed economico in cui uno dei prodotti di punta dell'economia piemontese viene esportato all'estero puntando sulla sua alta qualità, per Gariglio «si devono evitare scorciatoie e pastrocchi in cantina. Il vino si fa in vigna, un concetto che deve entrare nella cultura media dei consumatori e anche dei produttori. L'arricchimento con MCR ha un senso quando l'annata è stata terribilmente piovosa e bisogna farci ricorso con il contagocce».

Il sospetto avanzato è quello che si sia voluto dare un aiutino a realtà non competitive dal punto di vista della qualità, che giocano una partita unicamente volta a immettere sul mercato grandi partite di vino anonime. Sull'argomento ribatte lo stesso assessore Ferrero che spiega: «trovo questa polemica alquanto sterile. La Giunta regionale ha voluto esprimersi in questo senso, accordando l'arricchimento dietro richiesta dei Consorzi, in quanto vi era incertezza sul futuro andamento climatico. Eravamo ad inizio agosto, non aveva ancora piovuto e si temeva un crollo dell'acidità delle uve». L'Assessore Ferrero ha poi aggiunto come il segnale mandato ai consorzi sia stato quello di «un provvedimento di natura preventiva, non automatico e ponderato sulla base delle contingenze». Insomma, non una prassi ormai consolidata come quanto paventato ma una decisione circoscritta a questa vendemmia. In ogni caso dalla Regione Piemonte è arrivata l'autorizzazione all'arricchimento. I produttori potranno decidere se e come ricorrere a questo strumento.

Lucia Pignari

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