Il servizio, basato su riprese e estrapolazioni di interviste registrate a cavallo tra fine febbraio ed inizio marzo, ha sollevato alcune questioni che, purtroppo, hanno a loro volto ingenerato fraintendimenti ed interpretazioni estremamente negative in chi ha avuto modo di vederlo.
“Per sua natura – evidenzia il Commissario Asl AT, Giovanni Messori Ioli - un servizio giornalistico televisivo di pochi minuti non può evidentemente spiegare esaustivamente criticità e punti di forza di una situazione complessa e straordinaria come quella che stiamo affrontando ormai da oltre due mesi. Tuttavia, alcuni passaggi di questo servizio hanno, di fatto, capovolto le prospettive sulla realtà dei fatti, creando malumore e disorientamento non soltanto tra i cittadini, ma persino tra gli stessi operatori della sanità più direttamente coinvolti nella quotidianità dell’emergenza CoVID-19”.
Per queste ragioni, dunque, l’Azienda ha ritenuto doveroso evidenziare i seguenti chiarimenti suddivisi per punti, così come emergeva dal servizio:
“Le buste di plastica in Pronto Soccorso”
Il servizio di “Report” ha evidenziato come elemento di carenza una misura che, per quanto realizzata artigianalmente, è stata in realtà efficacemente messa in atto sin dall’inizio dell’emergenza, per motivazioni effettive correlate alla riduzione di pratiche a rischio da parte degli operatori. Gli spazi dell’Osservazione breve intensiva (OBI) del Pronto Soccorso astigiano sono stati da subito convertiti in zona “sporca”, ovvero potenzialmente contaminata, per la gestione di pazienti positivi. La chiusura delle feritoie “passa documenti” del bancone/isola che separa l’OBI dal resto del Pronto Soccorso, pertanto, è stata una misura volta a garantire una maggiore sicurezza, anche in considerazione del fatto che il contagio può avvenire per semplice contatto con materiale cartaceo e, di fatto, finalizzata ad impedire agli operatori di mantenere la prassi e la normale abitudine quotidiana di utilizzare questi passaggi per scambiarsi etichette degli esami, referti, cartelle cliniche, ecc.
Pertanto, il materiale plastico utilizzato, anche se riposizionato più opportunamente da parte dell’Ufficio tecnico in questi giorni, non sarà sostituito né rimosso, anche in considerazione del fatto che la plastica resta il materiale che offre le migliori garanzie di isolamento (basti pensare al cosiddetto “nastro americano” utilizzato per isolare al meglio gli operatori dopo aver indossato le tute Nbc ed applicato a caviglie, polsi e collo).
“I numeri dei contagi tra il personale aziendale”
I numeri che si sentono estrapolati nell’intervista al Commissario Asl AT da parte del giornalista di “Report”, corrispondono al personale aziendale che a quella data risultava positivo ed in condizioni tali da rendere necessario il ricovero: in effetti alla data del 6 aprile risultavano ospedalizzati 2 medici e 2 infermieri; anche considerando i positivi, sintomatici e pauci-sintomatici, in isolamento domiciliare, dai sistemi informativi aziendali si contano complessivamente 30 casi di operatori positivi al CoVID-19, ben lontani dagli 80 cui si fa riferimento nel servizio, diffondendo pertanto dati allarmanti.