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Senza casa dorme su una panchina con il suo cane

francesca perego

Senza casa dopo lo sfratto

Vivere alla giornata, sperando nel tempo clemente che possa permettere di passare la notte all'aperto, coricata su una scomoda panchina di pietra. Da oltre un mese questa è la dura realtà per Francesca Perego, 47 anni, disoccupata e senza più una casa. Chi si reca all'ospedale di Nizza Monferrato o alla Casa della Salute l'ha già notata da qualche tempo: magra e dal volto tirato, la donna è sempre in compagnia di un pit bull terrier nero, con uno zaino sulla schiena e negli occhi la disperazione. Perché Francesca dal marzo scorso è stata sfrattata dall'alloggio di Castelnuovo Belbo che divideva con il fratello disabile (al 100%) e l'anziana madre. Se il fratello ha trovato un'immediata collocazione presso un ricovero della zona, per le due donne le soluzioni non erano ugualmente immediate. Per qualche tempo madre e figlia si sono arrangiate dormendo in macchina. Prima nei boschi e nelle campagne di Castelnuovo e, successivamente, nel parcheggio della stazione di Nizza. «Poi però mia madre è caduta ed è stata ricoverata per poter essere operata al femore» spiega Francesca.

Dorme in strada

Nel frattempo, per non allontanarsi troppo dalla madre e venendo a mancare anche la macchina, la donna ha cominciato a dormire sulle panchine di piazza Garibaldi. Nel pomeriggio, finché è stato possibile, la mamma la raggiungeva in carrozzella sotto i platani della piazza. «Non è semplice – spiega Francesca, amareggiata – Soffro di osteoporosi giovanile, e dormire in queste condizioni è una sofferenza. Oltretutto sono una donna e di notte qui intorno non passano mai facce raccomandabili. Per fortuna che c'è Raul che scoraggia i malintenzionati ad avvicinarsi». E nel dirlo Francesca accarezza il suo pit bull, dal pelo lucido e ben nutrito, che placido le dorme accanto. «A lui non faccio mancare nulla. Mia madre percepisce una piccola pensione e con quella compro le scatolette – aggiunge con un sorriso – Ma per me è tutto più complicato. Non posso cucinare nulla per strada. Vivo della generosità di qualche amico e dei passanti che mi portano qualcosa di caldo da mangiare».

Una vita difficile

Tutta la sua vita, ora, è contenuta in uno zaino dell'Invicta. Poche cose che raccontano di lei, della sua vita difficile con un fratello malato a cui badare e il susseguirsi di lavori precari. «Mi sento abbandonata – accusa - Le istituzioni ci hanno voltato le spalle. Non voglio cibo né soldi. Con le pensioni di mio fratello e di mia madre ce la faremmo. Chiedo solo un tetto dove vivere tutti e tre insieme. Ma per persone come noi è difficile affittare da privati, senza molte garanzie».

Le alternative

Per questo Francesca pensa all'edilizia popolare ma il Comune, dice, non ha voluto aiutarla. «Non è esattamente così – risponde in merito il sindaco Simone Nosenzo – Ai nostri uffici non è pervenuta nessuna richiesta ufficiale di inserimento in graduatoria per le case popolari a firma della signora Perego. Oltretutto, lei e la madre risultano residenti a Castelnuovo Belbo. Purtroppo al momento non c'è disponibilità di alloggi. A fronte di una richiesta di 70 famiglie siamo fermi al 23esimo posto in graduatoria per l'assegnazione. Quanto all'ipotesi di emergenza abitativa, è opportuno verificare se sussistano i requisiti». Dal CISA-Asti Sud, il consorzio per i servizi socio-assistenziali del sud Astigiano, il direttore Giuseppe Occhiogrosso spiega: «Ci stiamo occupando dell'intero nucleo famigliare, al fine di trovare una soluzione. Le condizioni reddituali precludono soluzioni come l'edilizia popolare ma esistono altre possibilità – aggiunge il dirigente -Siamo in un piccolo centro, non è ammissibile che ci siano dei clochard. Siamo disposti a fare la nostra parte là dove ci viene consentito di farlo, primo fra tutti dal diretto interessato». Francesca intanto dorme all'addiaccio, sotto le fronde degli alberi. La scorsa notte, mentre dormiva, qualcuno le ha sfilato il portafoglio. «Sono stanca e spaventata. Spero davvero che qualcuno possa aiutarmi ad uscire da questa situazione». Con lei arriviamo alla promessa, da parte sua, di confrontarsi nuovamente con i Servizi Sociali per vagliare le soluzioni possibili.  

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