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Viabilità

Asti-Cuneo, dopo oltre trent'anni di attese e speranze tradite, apre al traffico l'ultimo lotto tra Alba Ovest e Cherasco [FOTO e VIDEO]

Fino ad aprile, quando i lavori saranno ultimati, i mezzi transiteranno su una sola carreggiata a doppio senso di marcia. Ora il prossimo passo sarà realizzare la tangenziale di Alba

Amministratori all'inaugurazione dell'Asti-Cuneo

Gli amministratori sul viadotto di Cherasco dell'Asti-Cuneo [foto servizio Billi]

Molti di coloro che sognarono l'autostrada Asti-Cuneo non hanno fatto in tempo a vederla completata, ma per molti altri l'attesa, durata oltre trent'anni, è finita. O quasi. Oggi, esattamente dove l'A33 si interrompeva su un viadotto tagliato a metà, nei pressi di Cherasco, si è svolta l'inaugurazione parziale dell'ultimo tratto dell'autostrada che collega l'Astigiano al Cuneese. Ultimo tratto che diventa, così, percorribile dai mezzi tra l'uscita di Alba Ovest e Cherasco grazie al doppio senso di marcia, attivato tra una carreggiata e l'altra, in attesa che tutto l'ultimo lotto venga completato entro il mese di aprile.

Ma, già da domani, 30 dicembre, l'autostrada A33 sarà percorribile senza pagare il pedaggio nel tratto ancora interessato dal cantiere e senza dover più uscire a Verduno per raggiungere il casello della Diga di Cherasco attraverso la SP7 per Pollenzo, risparmiando circa quattordici chilometri e quindici minuti di viaggio. Asti e Cuneo sono, finalmente, interconnesse da un percorso veloce dotato, dove previsto, del sistema di pedaggio free flow.

Inaugurazione dell'Asti-Cuneo a Cherasco

I lavori dell’A33 iniziarono alla fine degli anni Novanta e si sono sviluppati per fasi successive, con l’apertura progressiva dei diversi lotti tra il 2005 e il 2012. La realizzazione dell’ultimo tratto (Alba Ovest–Cherasco), per un costo di circa 220 milioni di euro, ha rappresentato il passaggio più complesso dell’intero progetto, sia sotto il profilo tecnico sia autorizzativo. Il traffico è stato aperto in quindici mesi grazie al lavoro di quattrocento operatori, quindici aziende e centotrenta fornitori. Il tracciato complessivo dell'Asti-Cuneo si sviluppa per circa 90 chilometri, articolati in due tronchi principali interconnessi all’autostrada A6 Torino–Savona, e collega l’autostrada A21 Torino–Piacenza–Brescia con l’area cuneese.

Inaugurazione, ma sobria perché ci sono voluti oltre trent'anni

L'inaugurazione di questa mattina, alla presenza del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dell'assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, dell'assessore alle Infrastrutture strategiche Enrico Bussalino e di numerosi sindaci e amministratori locali, tra cui il presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero e dei consiglieri regionali astigiani Sergio Ebarnabo e Fabio Carosso, è stato un momento importante, ma sobrio dal momento che l'attesa per vedere terminata l'opera è stata estenuante, oltre tre decenni.

Inaugurazione dell'Asti-Cuneo a Cherasco

«Si tratta di una svolta storica. Il completamento dell’Asti–Cuneo chiude una ferita infrastrutturale durata oltre trent'anni e restituisce continuità a un territorio produttivo strategico. In termini economici significa collegare stabilmente il sistema cuneese ai porti liguri e ai corridoi europei, con effetti diretti su competitività, logistica, turismo e occupazione – ha commentato il viceministro Rixi - È la fine dell’isolamento della Granda. Con investimenti complessivi che sfiorano i 36 miliardi di euro e con nodi strategici come il Terzo Valico e la Torino–Lione che entrano nella fase decisiva, il Piemonte è al centro di una strategia infrastrutturale nazionale fortemente voluta e coordinata dal ministro Matteo Salvini».

Per il presidente Cirio la giornata è stata solenne, ma, invitando a guardare avanti, anziché girarsi indietro ripensando alla lunga attesa, ha voluto comunque chiedere scusa al territorio «che è una delle aree produttive più importanti d'Europa». «Nel 2019, quando sono diventato presidente, mancavano autorizzazioni, risorse e un progetto realizzabile per gli ultimi due lotti. Oggi, sei anni dopo, siamo qui e l’autostrada è finalmente aperta: è stato un lavoro lungo e difficile, per cui ringrazio il governo, i sindaci, le istituzioni locali, la società concessionaria, i tecnici e le maestranze - ha detto Cirio - Abbiamo lavorato tutti insieme per raggiungere questo obiettivo che sana una ferita e dota questo territorio di un’infrastruttura che aspettiamo da decenni e che i nostri cittadini e le nostre imprese meritano».

Soddisfazione è stata espressa anche dagli assessori Enrico Bussalino e Marco Gabusi: «La A33 non è soltanto un’opera viaria: è un asse strategico che rafforza la competitività del nostro sistema produttivo, sostiene il comparto agricolo e manifatturiero e contribuisce a colmare un divario infrastrutturale storico che ha penalizzato questo territorio per troppo tempo – hanno osservato - Il completamento di questa autostrada contribuirà inoltre a una significativa riduzione del traffico sulle strade secondarie e all’interno dei centri abitati, migliorando la sicurezza della circolazione e la qualità della vita nei paesi attraversati. Un beneficio concreto per i cittadini e per le comunità locali, che vedranno diminuire il traffico pesante e i flussi di attraversamento con effetti positivi anche sul piano ambientale e della tutela del territorio. È un risultato concreto che guarda al futuro e che conferma la centralità delle infrastrutture come leva di sviluppo, coesione e crescita per il Piemonte».

Accanto al completamento dell’autostrada, particolare attenzione è stata riservata alle opere complementari e di adduzione, fondamentali per garantire una piena integrazione dell’infrastruttura con la viabilità locale. Attraverso uno specifico Protocollo d’Intesa che verrà sottoscritto tra Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comuni interessati e la società concessionaria sono stati definiti interventi mirati a migliorare i collegamenti con i caselli di Alba Ovest e Cherasco, a rafforzare la sicurezza stradale e a ridurre l’impatto del traffico sui centri abitati. Le opere previste comprendono l’adeguamento e la realizzazione di tratti strategici della rete provinciale, nuove interconnessioni con l’autostrada, varianti viarie, un nuovo ponte sul Tanaro, percorsi ciclopedonali e interventi di messa in sicurezza idraulica. Un insieme di interventi che accompagna il completamento della A33 e ne amplifica i benefici, rispondendo alle esigenze dei territori.

Maurizio Rasero: «Il territorio cuneese è stato capace di fare squadra»

Grazie all'apertura, anche se ancora parziale, dell'Asti-Cuneo, i due capoluoghi di provincia sono più interconnessi in una logica di turismo, investimenti e opportunità occupazionali. Anche per questo il presidente della Provincia di Asti, nonché sindaco del capoluogo, Rasero ha voluto evidenziare l'importanza della continuità istituzionale nel perseguire l'obiettivo di giungere al termine dell'opera. L'ha fatto ringraziando i suoi tre predecessori Paolo Lanfranco, Marco Gabusi e Maria Teresa Armosino. «Il tratto astigiano è più breve di quello cuneese - ha evidenziato Rasero - Ammetto che, mentre il territorio cuneese è stato capace di "fare squadra" per ottenere importanti opere compensative, l'Astigiano in passato si è diviso, arrivando a rifiutare collegamenti che sarebbero stati fondamentali per la città di Asti». Allo stesso tempo, Rasero ha rimarcato l'importanza della gratuità della tangenziale di Asti, tra lo svincolo di Isola (e quindi il sud Astigiano) e il capoluogo. «Per noi è essenziale - ha ribadito - per permettere ai lavoratori della provincia di spostarsi senza l'onere del pedaggio».

Inaugurazione dell'Asti-Cuneo a Cherasco

«L’apertura al traffico della A33 Asti-Cuneo è il risultato di un impegno straordinario di tutto il gruppo di lavoro che ha permesso di completare l’ultimo lotto in soli quindici mesi, dimezzando i tempi contrattuali previsti grazie a una sinergia operativa senza precedenti - ha quindi osservato Bernardo Magrì, Amministratore Delegato di Asti-Cuneo - Questo traguardo rappresenta l’espressione più concreta di un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, capace di realizzare infrastrutture strategiche, sicure e durature. Un momento storico che rivoluziona la mobilità regionale e sostiene lo sviluppo economico del territorio, assicurando una più efficace integrazione con le principali direttrici viarie del Paese».

Tanti i sindaci presenti sia sul viadotto di Cherasco sia al centro congressi di Marene, dove si è svolta la seconda parte dell'evento inaugurale, ma c'è anche chi si è distinto per non aver voluto prendere parte a un momento, di certo molto atteso, sul quale ha tanto da ridire.

Isnardi: «Ennesima inaugurazione, ma per mesi funzionerà ancora a una sola corsia»

«Oggi non sono stato presente all’ennesima inaugurazione della Asti-Cuneo e mi sembra corretto spiegarne le ragioni - ha dichiarato il consigliere regionale astigiano del Pd, Fabio Isnardi - Sono ovviamente soddisfatto che quest’opera interminabile si avvii finalmente verso una conclusione, ma da festeggiare c’è ben poco: i lavori, come previsto dal contratto iniziale, avrebbero dovuto concludersi nel 2011. A distanza di quattordici anni, una parte dell’autostrada continuerà ancora per mesi a funzionare a una sola corsia. Un’infrastruttura lunga poco più di 90 chilometri che rappresenta plasticamente il fallimento dello Stato nella gestione delle concessioni: forte con i cittadini che pagano, debole con i concessionari quando si tratta di pretendere investimenti e rispetto dei tempi. Sarà un’autostrada costosa, pagata dagli utenti attraverso il sistema del free flow. Per completarla, limitando l’esborso di chi incassa i pedaggi dal 2007, si è fatto ricorso a meccanismi finanziari discutibili e a operazioni di cross-financing con la Torino-Milano. Scelte che hanno spostato il peso dell’inefficienza pubblica sulle spalle di chi utilizzerà quotidianamente questa infrastruttura. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: - ha aggiunto Isnardi - hanno perso i territori, hanno perso i cittadini, ha perso il Piemonte. Non è un caso se la nostra regione è stata declassata dall’Europa da area “più sviluppata” ad area “in transizione”: questa autostrada incompiuta, inaugurata più volte, ne è un simbolo amaro».
Inaugurazione dell'Asti-Cuneo a Cherasco
[Fotogallery Billi e Asti-Cuneo]

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