03 Gennaio 2014 13:27:00
L'ultima "invenzione" sopraggiunta per complicare la vita ai servizi sociali dei comuni è costituita dalla disposizione che, a partire dal 2013, non consente più alle famiglie prive di
L'ultima "invenzione" sopraggiunta per complicare la vita ai servizi sociali dei comuni è costituita dalla disposizione che, a partire dal 2013, non consente più alle famiglie prive di reddito di accedere al contributo del "fondo sociale" regionale per il pagamento dell'affitto delle case popolari, se le famiglie stesse non versano una quota pari almeno a 480 euro, come recita la D.G.R. 93- 6295 del 2.8.2013 in base alla quale "ogni nucleo assegnatario di alloggio di edilizia sociale deve corrispondere all'Ente gestore, su base annua, una somma almeno pari al 14% del proprio reddito e comunque non inferiore a 480 euro". Inutile dire che le famiglie prive di reddito non dispongono neppure di questa somma e si innesca così un circolo vizioso, che rischia di precludere l'accesso al fondo di persone realmente bisognose, con la conseguenza di esporre queste famiglie a rischio di sfratto.Aut. Tribunale di Asti n. 61 del 25/09/1953
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