Asti: il Ministero di Giustizia vuole costruire un nuovo padiglione nella prigione di Quarto per ospitare altri 120 detenuti
La notizia era arrivata a gennaio, poco prima dell’inizio della pandemia, quando il sindaco Rasero incontrò il Garante Regionale dei Detenuti Bruno Mellano. Quest’ultimo gli mostrò il 4° Dossier delle criticità strutturali e logistiche relativo alle carceri piemontesi dove si parla anche della casa circondariale di Quarto. Fu allora che si scoprì l’intenzione del Governo di ampliare la prigione di Asti per ospitare circa 200 detenuti in più. Un carcere, quello di Quarto, già “di alta sicurezza” e che oggi torna al centro del dibattito perché l’amministrazione Rasero ha ricevuto, per conoscenza, la richiesta che il Ministero di Giustizia ha rivolto alla Regione sull’accertamento e conformità urbanistica per l’ampliamento della struttura al fine di realizzare un nuovo padiglione detentivo da 120 posti.
Da gennaio a oggi sono diminuiti i potenziali detenuti ospitati, ma non le preoccupazioni del sindaco che trova il progetto privo di senso. Rasero ha quindi deciso di rivolgersi al presidente della Regione Alberto Cirio per far presente tutte le criticità che renderebbero l’ampliamento un grave errore.
«Una prima criticità, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti atmosferici eccezionali, è rappresentata dall’eccessiva vicinanza, di circa 1 km, della sede carceraria dal fiume Tanaro che spesso a causa delle abbondanti precipitazioni è a rischio esondazioni - spiega Rasero - Inoltre l’implementazione di un nuovo padiglione carcerario sul territorio astigiano creerebbe notevoli difficoltà nell’attuazione dei percorsi di integrazione socio-lavorativa degli ex detenuti nei progetti di occupazione e abitazione in quanto il tessuto sociale è già sottoposto a pressioni dettate da un crescente disagio sociale che sta coinvolgendo numerosi nuclei famigliari del territorio». Insomma, questo padiglione “non s’ha da fare” e Rasero tenterà ogni strada per far cambiare idea al Ministero.