27 Ottobre 2020 10:13:38
L'avvocato Francesca Bassa
Il digitale è un mondo particolarmente fluido dove, secondo molti, le regole ci sono, ma possono essere interpretate con una certa elasticità. E’ proprio così? Prima di investire migliaia di euro per un sito professionale, quindi non realizzato dall'immancabile cugino, occorre informarsi con molta attenzione sulle normative vigenti che spesso hanno valenza europea, come nel caso del GDPR sul trattamento dei dati personali?
Si è soliti pensare che nel web non esistano regole, ma non è cosi e il GDPR ne è l’esempio. Quando si affida la creazione di un sito internet all’informatico è necessario “pensarlo” anche in termini legali e di adeguamento: uno dei principi del GDPR è infatti la cosiddetta. “privacy by design”. Significa che nell'intero ciclo di progettazione del sito internet è necessario tenere conto delle operazioni di trattamento dei dati degli utenti affinché queste siano conformi alla normativa vigente. Nella mia esperienza, per realizzare un sito internet si dovrebbe sempre preventivamente consultare un giurista esperto in digitale. In caso contrario, il sito internet risulterebbe “zoppo” e non garantirebbe un livello di serietà.
Ci sono anche molte agenzie di comunicazione e di marketing che puntano più sugli strumenti con cui promuovere il cliente, ma trascurano l’aspetto giuridico e legale del loro utilizzo. C’è bisogno di maggiore consapevolezza sul tema o, nell’ottica del risparmio, è comprensibile che alla fine non si tenga in debito conto il percorso di formazione e aggiornamento necessario alla professione?
Gli strumenti di marketing sono importanti, ma è altresì fondamentale saper scegliere quelli che offrano garanzie tecniche e legali elevati. E’ per questo che è fondamentale affidarsi a fornitori che abbiano messo in moto un processo di adeguamento GDPR serio. Le agenzie di comunicazione e di digital marketing sono tenute a dimostrare al cliente di essersi adeguate al GDPR offrendo sia garanzie organizzative, sia tecniche in conformità con la legge. Inoltre, nel caso in cui trattino dati su larga scala e compiano attività di profilazione per conto del cliente, le agenzie devono aver provveduto alla nomina di un data protection officer. Si consiglia di seguire corsi di formazione in materia di protezione dati e di istruire i propri dipendenti e collaboratori alla normativa in modo da assicurare che le attività siano svolte in conformità con il regolamento. E’ raccomandato ai privati e alle aziende, prima di affidarsi ad un’agenzia, di verificare se questa tenga conto della legge sulla privacy, stipulando appositi accordi sulla gestione dei dati. Anche le campagne marketing online devono essere predisposte in conformità con la legge e i regolamenti.
La pandemia ha convinto molti piccoli imprenditori ad aprire siti di e-commerce più o meno improvvisati per adeguarsi alla sempre maggiore richiesta del mercato. Prima di buttarsi in questa avventura in maniera un po’ brancaleonica, cosa consiglia debbano fare per muoversi su un terreno solido e non buttare i loro soldi in un’impresa fallimentare?
In primo luogo l’imprenditore è tenuto seriamente a valutare la professionalità dei propri consulenti e a verificarne le competenze, ad esempio sottoscrivendo un incarico di consulenza e un accordo di protezione dati ai sensi del GDPR al fine di manlevarsi da eventuali responsabilità. In secondo luogo, al fine di contenere i costi è necessario compiere un’analisi tecnica accurata che tenga conto se convenga per davvero avviare un’attività di vendita online: oggi, ad esempio, esistono già piattaforme “pre-confezionate” come i marketplace (es. Amazon, Alibaba) che consentono la vendita diretta senza dover per forza aprire un proprio e-commerce. Uno dei modi per farsi conoscere sul web è quello di farlo in modo consapevole. Creare un sito internet, aprire un e-commerce, gestire una pagina aziendale su Facebook richiede la conoscenza degli strumenti informatici e sensibilità rispetto la protezione dei dati personali.
Quali sono le questioni legali che, da avvocato esperto di digitale, si trova a dover affrontare con le aziende per le quali lavora?
Il GDPR è una normativa complessa, soggetta a nuove interpretazioni e dipende dai pareri dell’European Data Protection Board e del Garante Privacy. E’ necessario avere cultura della materia e appassionarsi per poter restare sul pezzo. Uno dei compiti di un buon consulente è quello di offrire soluzioni pratiche e mirate. Le questioni sono diverse: istanze da parte di utenti non soddisfatti, violazione di dati personali (“data breach”), gestione contrattuale, supervisione degli aggiornamenti normativi, attivarsi in caso di crisi e consigliare il cliente come avviare procedure corrette di trattamento, assisterlo in caso di diritto all’oblio. Affrontare un buon adeguamento GDPR, non è solo produzione di documenti (l’informativa privacy): tale adempimento migliora la credibilità dell’azienda; incentiva le opportunità di lavoro; anticipa i rischi, non solo legali ma quelli IT e consente di affrontare crisi ed eventuali violazioni dei dati da parte di competitors o terzi.
Parlare di privacy è obsoleto, spesso riduttivo, perché è più corretto parlare di “tutela dei dati personali” che sono essenziali per il funzionamento dei siti di e-commerce o per l’attività di un’agenzia di comunicazione. Esiste un parametro per dare valore a questi dati e, di conseguenza, per definire gli investimenti necessari a proteggerli?
Il GDPR tutela i dati personali delle persone fisiche e le operazioni di trattamento compiute su di essi; significa che il GDPR ha la funzione di rafforzare il controllo dei dati da parte degli utenti e aumentarne il loro valore sancendo il divieto a trasformare il dato in monetizzazione. Sicuramente questa sarà la sfida dei prossimi anni. Ciò che si consiglia alle aziende è quello di raccogliere dati e di incrementare le loro banche dati con buon senso rispettando i parametri legislativi. Se ad esempio si vuole dare avvio a una campagna di advertising sarà importante tenere conto dei paletti della legge e, ogni tanto, organizzare dei piani di “manutenzione” sui propri database cancellando i dati raccolti in modo illecito o che sono diventati ormai obsoleti e inesatti.
Riccardo Santagati
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