Cerca

Astigiana arrestata ad Imperia per la truffa dei centri di accoglienza migranti

1548064015678.jpg--migranti_riportati_in_libia__salvini___la_linea_non_cambia_

E' la compagna del principale indagato

Anche un’astigiana, Manuela De Mita, 48 anni, fra i quattro arrestati dalla Guardia di Finanza di Imperia con l’accusa di truffa nell’ambito della gestione di fondi a favore dei migranti. Due i profili dell’indagine battezzata “Patroclo”. La prima riguarda l’accusa vera e propria e ha fatto emergere che a fronte di 1,7 milioni di euro di fondi pubblici incassati, solo 400 mila euro erano stati spesi per le necessità dei migranti, mentre i restanti 1,3 milioni di euro erano stati usati per estinguere mutui personali e per fare acquisti di lusso. Di qui il reato di truffa. Ma nell’ambito delle investigazioni e, soprattutto, delle intercettazioni, è emerso il secondo profilo di questa vicenda che ha riguardato la disumanità e la violenza con la quale venivano trattati i richiedenti asilo.

Dalle intercettazioni l'orrore dei trattamenti

Fra il compagno della De Mita, Gianni Morra e la sorella Antonella, ad esempio, intercorrevano telefonate dove si decideva di acquistare frattaglie come il polmone e il cuore al posto della carne di pollo, già piuttosto povera rispetta a quella di manzo. L’importante era spendere il meno possibile per i migranti in modo da poter “intercettare” il più possibile di quei 30 euro giornalieri a rifugiato che venivano sborsati dallo Stato.

Violenze fisiche

Un altro racconto agghiacciante intercettato dalla Finanza è attribuito a Gianni Morra: «Nella riunione io seduto e loro tutti in piedi (loro erano i migranti n.d.r.). A un certo punto dico “questa è la mia famiglia” qua e là, su e giù. Esce fuori uno con il dito puntato e mi dice “Il business è tuo, guadagni te e i soldi?”. L’ho preso per i capelli, gli ho tirato un calcio nelle giunture delle gambe, si è inginocchiato da solo. Gli ho detto “Vai a cambiarti, va, che adesso ti faccio diventare bianco”».

Anche un avvocato indagato

Con Morra, la sorella e la compagna astigiana, è finito in manette anche un avvocato di Torino, Guido Tabasso, consulente della cooperativa Caribù che gestiva i due centri di accoglienza a Sanremo e a Vallecrosia.

©2025 Tutti i diritti riservati