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Asti ricorda il suo carabiniere vittima dell'attentato di Nassiriya

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L'attentato di 17 anni fa

Il 12 novembre di 17 anni fa la notizia piombò ad Asti pochi minuti dopo quella che scosse l’Italia intera: la base militare italiana a Nassiriya era stata sventrata da un attentato portato a termine con un’autobomba. Nell’esplosione, che aveva distrutto la caserma, erano morti 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili.
Giovanni Cavallaro

Il sottotenente Cavallaro fra le vittime

Fra i carabinieri che persero la vita anche il sottotenente Giovanni Cavallaro, 47 anni, originario di Messina ma da anni in servizio al Gruppo provinciale di Asti, residente a Nizza Monferrato, sposato e padre di una bambina di appena 4 anni. Un improvviso silenzio era calato sulla caserma che ospitava il comando provinciale, allora ancora in via Zangrandi. I colleghi e gli ufficiali, per quanto abituati a gestire situazioni difficili anche emotivamente, erano ammutoliti dalla consapevolezza di come quella tragedia fosse arrivata fin nel cuore della loro caserma.

Doveva tornare a casa a giorni

Giovanni Cavallaro, conosciuto con il soprannome operativo di “Serpico” non era nuovo a missioni all’estero: era stato in Kosovo e in Macedonia ed era in Iraq da tre mesi. Aveva le valigie pronte per il rientro. La sera prima aveva telefonato alla moglie che lo aspettava a casa da lì a tre giorni. Invece la tragica notiza data direttamente dal comandante provinciale e poi l’attesa, nei giorni successivi, del rientro della salma e lo straziante funerale a Nizza.

Mazzo di fiori sulla sua tomba a nome di tutti i colleghi

Sulla sua tomba, ieri, nessuna cerimonia ufficiale a causa del Covid, ma la presenza del comandante provinciale tenente colonnello Pierantonio Breda a nome di tutti i colleghi dell’Arma che, insieme alla signora Sabrina Brancato, vedova di Cavallaro, ha deposto un mazzo di fiori sulla tomba del militare caduto in servizio. d.p.

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