Teatro
19 Dicembre 2025 06:45:00
Una favola solo in apparenza. “Il medico per forza”, liberamente tratto da Le Médecin malgré lui di Molière, si rivela uno spettacolo sorprendentemente attuale, capace di funzionare come una lente d’ingrandimento sulle debolezze umane e sulle incongruenze sociali del nostro tempo. Andrà in scesa questo sabato, 2o dicembre alle ore 21 all'interno del Foro Boario di San Damiano.
La commedia originale, portata in scena per la prima volta il 6 agosto 1666, è oggi la più rappresentata tra le opere di Molière. Al centro, uno dei temi più cari all’autore francese: la critica feroce al mondo della medicina, alla figura del medico opportunista e all’uso strumentale della cultura come maschera per interessi personali. Molière invita apertamente a non fidarsi degli imbroglioni che ostentano sapere per nascondere obiettivi disonesti.
Il regista Lillo Agrò ha saputo attualizzare il testo con intelligenza, portando la satira sul terreno contemporaneo e mettendo in scena lo scontro tra sanità pubblica e sanità privata. Ne emerge un quadro in cui, a distanza di secoli, le dinamiche non sembrano cambiate: l’amore per il denaro continua spesso a prevalere sui valori etici e sociali.
La comicità dello spettacolo non è mai chiassosa né volgare: è immediata, pungente e raffinata, costruita su ironia sottile, umorismo garbato e una satira sociale capace anche di profonda penetrazione psicologica. Numerosi sono gli spunti di riflessione, in particolare sul tema della condizione femminile, ancora fortemente segnata da subordinazione e disparità.
Tre le figure femminili che incarnano questo aspetto.
Martina, moglie di Sganarello, un taglialegna violento e avvinazzato, per vendicarsi spaccia il marito per un grande medico. L’inganno porterà a Sganarello nuove “legnate di bastone”, ma anche a un inaspettato riscatto sociale. Martina diventa così, suo malgrado, la moglie di un medico: un cambiamento che però non coincide con emancipazione o benessere, bensì con una sottomissione psicologica ancora più pesante della violenza fisica subita.
Lucinda, figlia del ricco Geronte, è vittima di una rigida società patriarcale che vuole imporle un matrimonio d’interesse. Fingendosi muta, riesce a ingannare il padre e a sposare l’uomo che ama, ma la vittoria è solo apparente: Geronte cede esclusivamente quando scopre che il giovane ha ereditato una grande somma di denaro.
Infine Giacomina, balia arguta e intelligente, che privilegia bellezza e intelligenza rispetto alla ricchezza. La sua condizione di donna e la sua classe sociale, però, le impediscono di esprimere pienamente le proprie qualità e aspirazioni.
Tre donne, tre storie diverse, ma un’unica constatazione: dopo 359 anni, il percorso verso una reale emancipazione femminile appare ancora incompiuto.
Lo spettacolo, organizzato dal Crasl19 (AslAT), è diretto da Lillo Agrò, che interpreta anche il protagonista Sganarello. In scena: Sganarello – Lillo Agrò; Martina – Mirella Gavazza; Roberto – Giorgio Gallo; Geronte – Matteo Zaffarano; Lucinda – Arianna Cazzorla; Leandro – Federico Infranca; Luca – Massimo Buscato; Giacomina – Giovanna Palermo e Valerio – Ignazio Perniciaro.
Le musiche dal vivo sono affidate a Toni Mazza, Carlo Cerrato e Maria Tina Scarano.
Biglietto al costo di 13 euro, per info e prenotazioni: 335 8452729 – 349 2566051.
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