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La società dei furbetti

Quest'anno oltre 700 astigiani hanno usato il pass disabili per parcheggiare l'auto, ma senza il disabile a bordo

L'assessore Boccia traccia un bilancio amaro sull'utilizzo illecito del permesso che prevede una multa da 330 a 990 euro e la decurtazione di 4 punti dalla patente

Stallo giallo per disabili

Il nuovo stallo giallo per disabili disegnato in salita Morra, a ridosso delle Antiche Mura

Asti, città di storia, vini e di "solidarietà familiare": quella che spinge centinaia di cittadini a utilizzare il contrassegno per disabili, quasi sempre di parenti che hanno titolo a detenere il pass per parcheggiare sugli appositi stalli gialli, ma senza il disabile a bordo. Il più delle volte questo avviene per fare la spesa e altre commissioni senza pagare gli stalli blu e senza perdere tempo a trovare un parcheggio libero. L’assessore ai Servizi Demografici del Comune, Giovanni Boccia, ha tracciato un bilancio che definire amaro è un eufemismo, rivelando un quadro di inciviltà quotidiana che sembra non conoscere soste (a parte quelle illecite sugli stalli gialli).

Secondo i dati diffusi dall'assessore Boccia, nel 2025 si è assistito a una vera e propria impennata di "furbetti" del parcheggio per disabili con oltre 700 sanzioni elevate per l'uso improprio del contrassegno. Il fenomeno è tanto semplice quanto deprimente: si prende il pass di un parente, magari impossibilitato a muoversi, e lo si trasforma in un "gratta e sosta" magico per parcheggiare davanti all'ingresso del supermercato o in pieno centro, ignorando che la regola vuole sempre il disabile a bordo, alla guida o come passeggero.

Ma la furbizia, si sa, ha un prezzo. E in questo caso è decisamente salato. I trasgressori si sono visti recapitare ammende che non lasciano spazio a grandi sorrisi: le cifre oscillano tra i 330 e i 990 euro. Come se non bastasse il colpo al portafoglio, il "parcheggio creativo" costa anche quattro punti sulla patente.

«Su oltre 700 multe, il numero di ricorsi presentati è pari a zero» ha spiegato l'assessore Boccia. Una statistica che parla da sola: una volta beccati con le mani sul volante (e il pass del nonno sul cruscotto), i cittadini hanno riscoperto un'improvvisa e silenziosa onestà, ammettendo implicitamente di aver torto marcio. L’assessore Boccia, in un video postato su Facebook, ha ricordato che gli uffici sono a disposizione per chiarimenti, ma ha ribadito un concetto che dovrebbe essere scontato: rispettare questi spazi non è solo una questione di Codice della Strada, ma un segno di civiltà ed educazione.

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