Compie 50 anni oggi. E’ nato infatti a Torino il 12 gennaio 1971. Il personaggio di cui ci stiamo occupando è l’ex calciatore Giuseppe Falzone, Beppe per gli amici, autore di circa 250 reti in carriera e bomber dell’Asti tra il ’93 e il 2002. Nella classifica degli attaccanti che, in passato, hanno vestito la maglia biancorossa, lui occupa sicuramente un posto di rilievo. Del resto, i suoi gol hanno permesso ai galletti di andare in Serie D nel ’95 e di tornare in Eccellenza nel 2002 dopo una stagione 2000-2001 decisamente infelice. Quell’annata, infatti, aveva visto il massimo sodalizio calcistico della nostra città precipitare in Promozione al termine della doppia sfida con il Sommariva Perno valevole per i playout. A servizio del club guidato dal presidente Gianmaria Piacenza e dai “vice” Remo Turello e Piero Chiesa, Falzone ha disputato 174 partite di campionato (spareggi, playoff e playout inclusi) mettendo a segno la bellezza di 93 reti, 17 delle quali su rigore. Sempre con i biancorossi, ha realizzato invece 30 gol in Coppa Italia (8 dal dischetto). Cresciuto nelle “giovanili” del Torino, Beppe, prima di approdare all’Asti, aveva giocato con Casale, Rivoli, Ivrea e Rivarolese. Era l’uomo di punta dei galletti, il cui salto di categoria avvenne grazie ai risultati ottenuti negli spareggi di andata e ritorno contro la Fossanese prima e l’undici romagnolo del Russi poi. Quasi quattro mesi prima, esattamente il 1° marzo del ‘95, i biancorossi si erano aggiudicati il titolo regionale della Coppa Italia riservata alle società di Eccellenza e Promozione battendo in finale l’Ivrea per 3-0 ad Alpignano. Sempre con Beppe Falzone in campo, l’Asti ottenne la salvezza in Serie D nel ’96, e il 12 gennaio del ’97 l’attaccante festeggiò il 26° compleanno realizzando la doppietta con la quale l’undici del presidente Piacenza riuscì ad imporsi per 2-1 sul terreno del Cecina. Nell’estate dello stesso anno Beppe venne ceduto a peso d’oro all’Ivrea in Serie D, poi militò nel Derthona. Dopo la seconda esperienza con i galletti, approdò all’altra formazione della città, vale a dire la Nova Asti Don Bosco presieduta da Vittorio Massano. Successivamente giocò nel Volpiano. Falzone vive attualmente nell’Alessandrino e lavora per l’azienda edile della compagna Francesca. Si sposeranno nella prossima estate. «Io e Francesca - dice l’ex centravanti - viviamo con i nostri quattro “Labrador” in una cascina di Solero, dove il nostro sogno è quello di aprire un allevamento di cani appartenenti a questa razza».
Come ricordi gli anni trascorsi all’Asti?
«Sono stati sicuramente i più belli della mia carriera calcistica, visto che nel ’95 abbiamo riportato i galletti in Serie D dopo sei anni. E poi grazie alle soddisfazioni che ho avuto a livello realizzativo, come testimoniano i 93 gol siglati in campionato».
E la triade Piacenza-Chiesa-Turello?
«Oltre che con tanto affetto e con tanta stima, la ricordo come una bella famiglia. Erano dirigenti che pretendevano molto dalla squadra, ma non ci hanno mai fatto mancare niente, soprattutto a livello economico. Del resto, nessun giocatore non si è mai lamentato dell’Asti. Inoltre ho un bel ricordo dell’allenatore Gerardo Bochicchio: per noi è stato un papà o un fratello maggiore. Sapeva infatti parlare con i giocatori, e riusciva a ricavare il meglio da tutti. Così facendo, ha saputo creare un gruppo perfetto e quasi imbattibile».
Vi salvaste in “D” nel ’96. Come giudichi quel campionato?
«Era molto quotato, con formazioni importanti come Aosta, Biellese, Pisa, Poggibonsi, Savona e Sanremese. Senza contare la nostra squadra, che era composta da giocatori assai validi. Non finirò mai di ringraziarli per la collaborazione che mi hanno dato».