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Intervista

Miki Biasion e quel legame indissolubile con la Lancia Delta

"L’auto è stata il mezzo con cui ho esaltato le mie qualità di pilota e anche di uomo: fa parte della mia vita. Ancora oggi sono coinvolto nell’automobilismo sportivo"

Miki Biasion

Il campione di rally Miki Biasion (foto Facebbok)

Il campionissimo dei motori si racconta. Miki Biasion, due volte iridato e volto simbolo del rally mondiale, ha concesso una conversazione a Castagnole delle Lanze.

Miki, che piacere averti qui a Castagnole delle Lanze. Qual è il tuo legame con queste terre, celebri per le colline e i vini, oltre che per la passione per i motori?

È un piacere. Non sono zone che frequento da lunghissimo tempo, ma venivo a correre qui già nel 1979. Conosco queste colline straordinarie, un territorio che è tra i più belli d’Italia. Sono un appassionato di ottimi vini e, di conseguenza, sono attratto da queste terre. La passione per i motori mi porta a tornare spesso, perché qui ci sono moltissimi appassionati.

Hai ricordato che rivedere i membri del tuo vecchio team è sempre emozionante. Quella dei rally era una vita intensa. Com’era stare così a lungo in giro per il mondo con i tuoi colleghi?

Siamo stati in giro per il mondo per circa 300 giorni all’anno, per tanti anni. Le nostre mogli e le famiglie restavano a casa. Ritrovare i ragazzi con cui abbiamo lavorato e con cui abbiamo portato in alto i colori dell’automobilismo sportivo italiano è sempre emozionante. I ricordi sono tantissimi, e sono qui anche per raccontare agli appassionati le mie avventure, quelle che hanno fatto un po’ la storia dei rally in Italia.

Parlando di storia, tu l’hai scritta conquistando due Mondiali. Il binomio Biasion–Lancia ha fatto la differenza. Senti ancora forte l’affetto della gente dopo tutti questi successi?

Sento ancora un grande affetto. La mia popolarità è cresciuta molto anche grazie ai social: tante persone che non seguivano i rally mi vedono in trasmissione o alle manifestazioni. Purtroppo, non essendoci stati altri italiani campioni del mondo, sono rimasto un po’ nel cuore della gente, e questo suscita ancora interesse e curiosità. È un onore, ma non vedo l’ora che ci sia qualcuno che prenda il testimone e riporti la bandiera italiana ai massimi livelli.

L’automobile non è stata solo il mezzo per le tue vittorie. Che cosa rappresenta per te oggi e quali sono i tuoi impegni attuali nel motorsport?

L’auto è stata il mezzo con cui ho esaltato le mie qualità di pilota e anche di uomo: fa parte della mia vita. Ancora oggi sono coinvolto nell’automobilismo sportivo. Ogni anno organizzo a Vicenza una fiera sul motorsport: non è un evento commerciale, ma un luogo di incontri che serve anche a invogliare i giovani ad avvicinarsi alle corse. Inoltre ho un’officina dove restauro le Lancia Delta, la vettura con cui ho vinto i Mondiali: sono in tanti a chiedere di riportarle all’antico splendore. È una missione di cui vado orgoglioso, e il binomio Lancia Delta–Biasion continua a vivere, più florido che mai.

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