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La noia del Tour la farsa del doping per sopportare la mancanza di Beppe
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La noia del Tour la farsa del doping per sopportare la mancanza di Beppe

Conclusa una delle edizioni più noiose di tutta la storia del pur glorioso Tour, ci resta solo da pensare al caso del doping russo

Conclusa nel modo da tutti largamente previsto una delle edizioni più noiose di tutta la storia del pur glorioso Tour, dove gli unici fremiti sono venuti dalle figuracce degli organizzatori o da incidenti fortuiti ai primi della classe, ci resta solo da pensare al caso del doping russo. Non entriamo nel merito chè non ne avremmo titolo e coscienza, ma di certo ci sembra che la giustizia sportiva, non solo quella italiana già di per sé da avanspettacolo (con tutto il rispetto per chi un tempo ci lavorava) viaggi a più di una velocità, con improvvisi quanto durissimi sussulti di rigore accompagnati da biblici ritardi tipo quello della scoperta, nel 2016, che qualcuno avrebbe barato a Pechino 2008 (sic!).

Roba da pochade francese dei tempi andati che almeno riusciva a far ridere invece che piangere come questi singolari personaggi dell’antidoping mondiale. Tenuto conto che per anni, in certi paesi considerati ai vertici del gotha sportivo mondiale – e non parliamo della Russia – non era nemmeno concepibile l’idea che si potessero effettuare prelievi agli atleti di casa, c’è davvero da stare allegri. Meno male che a non farci troppo demoralizzare ci hanno pensato i mondiali di atletica under 20 trasmessi in questi giorni dalla Rai.

Davvero belli e interessanti con gli italiani sempre dimessi, purtroppo, ma meno comparse del solito. Un ruolo, quello della comparsa, che fortunatamente non hanno interpretato Matteo Penasso, tricolore Cadetti di pattinaggio a rotelle, Matteo Omedè finalmente tornato a buoni livelli nel decathlon e le ragazze dell’Alegra Settime che, in una finale tutta astigiana, sono tornate a fregiarsi dello scudetto di tamburello. Per stare al tambass, frizzante preludio di finale del muro con Grazzano sicuro e vibrante spareggio tra Vignale ed il giovane Montechiaro per contendere il titolo agli aleramici. Domenica a Vignale si preannuncia spettacolo puro.

Infine un saluto ad Enrico Pasquali che lascia l’Asti. Un monumentino se lo meriterebbe per averci sempre messo la faccia quando la crisi premeva. Dubito che glielo faranno ma il grazie è dovuto. E in chiusura il ricordo affettuoso per un amico che se ne è andato da poco, Beppe De Stefano. E’stato un grande uomo di sport, duro e cinico il giusto quando era necessario, ma appassionato e generoso sempre. Il basket astigiano ma non solo gli dovrà sempre tantissimo. Ci vediamo, Beppe!

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