Segnali rilevanti
Le prove di addestramento al Palio dello scorso venerdì, nobilitate dalla presenza di alcuni big del panorama delle monte, hanno trasmesso segnali rilevanti. Il più significativo è arrivato nella quinta delle sei prove in programma, con l’eccellente prestazione del mezzosangue Uron, cinque anni, appartenente alla prolifica e sempre competitiva scuderia di Giuseppe Zedde. Uron si era già messo in evidenza a giugno, ma nella recente riunione di venerdì ha davvero rubato gli occhi. San Lazzaro si sta avvicinando al Palio 2018 nuovamente con il colpo in canna e con un soggetto come Uron può impensierire i vari Bomario da Clodia (San Secondo), Tiepolo (Torretta), Umatilla (Don Bosco) e Preziosa Penelope (San Martino San Rocco).
Carìa e Bruschelli
Sempre a proposito di San Martino San Rocco e del suo fantino Francesco Carìa, va evidenziata la bella vittoria ottenuta con Rodrigo Baio, soggetto che rappresenta una garanzia assoluta. Il testa a testa con Gigi Bruschelli, che montava Voulture, ha messo in luce anche le potenzialità di quest’ultimo soggetto. Andrea Mari, su Raol, cavallino che sta crescendo molto bene, ha in pratica sbaragliato la concorrenza, cedendo la vittoria al suo scudiero Mula su Uga. Altro fantino che arriva al Palio di Asti con ottime “chances” di ben figurare è Antonio Siri, assai apprezzato su Calliope da Clodia e vittorioso contro il coriaceo Talete Sardo, montato da Giuseppe Zedde ma appartenente alla scuderia di Bastiano Sini.
Siri in gran forma
Non ha invece destato particolare sorpresa il comportamento di Briccona da Clodia, esemplare già apprezzato ad Asti l’anno passato con la monta di Dino Pes per il Rione Cattedrale. Siri ha portato questa cavalla di cinque anni a vincere nell’ultima corsa , beffando Sini su Tiago Baio e Zedde su Resta. Bene anche Chiti su Nefertitti, cavalla un po’ avanti negli anni che lascia qualche perplessità sul doppio impegno batteria-finale. Altri soggetti degni di menzione: Unico de Aighenta, fantino Chiavassa, e Uccel di Bosco, mezzosangue montato da Murtas.
Massimo Elia