Per ricreare l’ambiente uterino
I bimbi prematuri possono contare su angeli custodi che, con le loro mani, realizzano ai ferri o all’uncinetto dei capi in lana in miniatura, unici al mondo, ideati e realizzati con l’unico scopo di dare calore ai piccoli più fragili e di far loro vivere una sensazione molto vicina a quella vissuta nel grembo materno dal quale si sono separati prima del tempo.
Anche la Pediatria dell’ospedale di Asti può contare sulla tenerezza e la generosità delle volontarie dell’Associazione Mani di Mamma che in tutta Italia si è specializzata proprio nel dono di capi di lana merinos da far indossare ai piccoli dello speciale “nido” della Patologia Neonatale.
Studiati con medici e pediatri
Si tratta prevalentemente di berretti, golfini, copertine, babbucce e giochi in lana studiati in collaborazione con i medici e gli specialisti dei reparti di tutta Italia per trasmettere sensazioni positive ai piccoli e facilitare la loro cura.
Così, ad esempio, le copertine sono provviste di “buchi” strategici per consentire il passaggio dei tubicini delle flebo oppure i cappellini sono dotati di paraocchi per i piccoli che vengono sottoposti alla fototerapia. I “doudou” con le catenelle di lana a ricciolo sono un gioco per il piccolo che lo scambia per il cordone ombelicale della madre con il quale giocava prima di venire alla luce.
Donati anche all’ospedale di Asti
Entusiasta la dottoressa Paola Gianino, primario della Pediatria astigiana: «Le volontarie ci riforniscono periodicamente di cappellini, sacchettini e copertine e nel loro dono non c’è solo l’indumento, per quanto accurato, ma un grande amore e una grande cura per i bimbi più fragili».
Regalati alle dimissioni
Ogni capo donato al reparto e indossato dal neonato gli viene donato alle dimissioni.
Ogni anno all’ospedale di Asti nascono fra gli 80 e i 90 neonati prematuri (ma con la 32.ma settimana già compiuta). Mediamente rimangono una decina di giorni in Patologia Neonatale per acquisire l’autonomia della suzione, risolvere i problemi respiratori e superare i controlli previsti dal protocollo che prosegue in tutto il primo anno di vita del piccolo.