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Grecia/ domani ministri eurogruppo cercano soluzione salvataggio
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Grecia/ domani ministri eurogruppo cercano soluzione salvataggio

Grecia/ domani ministri eurogruppo cercano soluzione salvataggio
Tempo quasi scaduto, pesano divisioni con Fmi


Roma, 19 nov. (TMNews)
– Nuovo vertice sulla Grecia per i ministri delle finanze dell’Eurozona, che riprendono domani dal punto dove avevano lasciato la scorsa settimana: impantanati sul piano di salvataggio per Atene e distanti dal Fondo monetario internazionale su di un obiettivo-chiave di riduzione del debito. La Grecia è “totalmente pronta” per la riunione, che potrebbe sbloccare una quota critica di prestiti di salvataggio da parte di Ue e Fmi, ha dichiarato il ministro delle finanze Yannis Stournaras a poche ore dal vertice aggiungendo che “non ci sono più questioni in sospeso dalla nostra parte.

La numero uno del Fondo Monetario Christine Lagarde, che si era scontrata apertamente con il presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker durante il loro ultimo incontro, sostiene che la riunione di Bruxelles è fondamentale per rimettere in piedi la Grecia e tagliare nettamente la sua montagna di debiti riportandola a livelli sostenibili. “E ‘una questione di assicurarsi che ci si concentri sullo stesso obiettivo, che è quello che la Grecia in grado di operare su una base sostenibile”, ha detto Lagarde venerdì scorso.

Nell’eurogruppo del 12 novembre i ministri delle Finanze avevano rinviato la decisione sull’esborso della nuova ‘tranche’ degli aiuti finanziari alla Grecia e con la constatazione di un evidente disaccordo fra l’Eurogruppo e l’Fmi, rappresentato dal suo direttore Christine Lagarde, sulla cosiddetta ‘analisi di sostenibilità’ del debito ellenico.

L’Eurogruppo, come aveva indicato il comunicato finale della riunione, ha accettato come “appropriata in vista dei recenti sviluppi economici” la richiesta del governo di Atene di rinviare di due anni (ovvero al 2016) i due obiettivi di bilancio inizialmente previsti per il 2014: portare al 3% il rapporto deficit/Pil e al 4,5% l’avanzo primario (ossia al netto degli interessi sul debito). Un rinvio che comporterà comunque un costo, in termini di bisogni finanziari aggiuntivi per la Grecia, stimato dalla Troika (la missione congiunta ad Atene di Bce, Fmi e Commissione europea) a 15 miliardi di euro per il 2014 e 17,6 miliardi nel 2015-2016.

Il disaccordo, emerso in modo clamoroso durante la stessa conferenza stampa finale fra Juncker e Lagarde, riguarda il concetto stesso di ‘sostenibilità del debito pubblico’ di Atene: l’Eurogruppo intende, anche qui, dare due anni in più alla Grecia, spostando dal 2020 al 2022 l’obiettivo di riportare il rapporto debito/Pil sotto il 120%, considerato come la soglia si sostenibilità; l’Fmi vuole invece mantenere la data del 2020 e semmai “rendere più leggero” il debito. “Ci serve un’analisi di sostenibilità che stia in piedi”, ha detto Lagarde con una certa irritazione, nell’unica frase pronunciata in francese con alcuni cronisti dopo la fine della conferenza stampa.

Il rapporto debito/Pil greco è schizzato in alto soprattutto a causa della durissima recessione (un quinto del Pil perso dall’inizio della crisi). Secondo gli obiettivi inizialmente stabiliti con il programma di aiuti finanziari alla Grecia, doveva attestarsi sul 148% del Pil quest’anno e nel 2013, per poi cominciare a scendere nel 2014. Secondo i dati più recenti dello stesso governo di Atene, invece, il rapporto debito/Pil è oggi al 176%, viaggia verso il 190% nel 2013 e rischia di restare su quei livelli ancora per altri due anni, prima di cominciare a scendere nel 2016 (185%)

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