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Progresso, emancipazione, diritti uguali e diversi? L'8 marzo tutto l'anno...
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Progresso, emancipazione, diritti uguali e diversi? L'8 marzo tutto l'anno…

Sono passati 154 anni e lui, Giuseppe Mazzini era di una straordinaria attualità intellettuale. In un’epoca in cui la donna non poteva ancora votare e molti suoi diritti erano pesantemente negati, lui, superava il tempo col pensiero

Sono passati 154 anni e lui, Giuseppe Mazzini era di una straordinaria attualità intellettuale. In un'epoca in cui la donna non poteva ancora votare e molti suoi diritti erano pesantemente negati, lui, superava il tempo col pensiero. E a leggere le sue riflessioni, tratte dall'opera “Doveri dell’Uomo” (1860), penso a quanto siamo anacronistici, noi, oggi, nel 2014. Si parla di rosa, in politica e non solo, di diritti della donna in molti ambiti, della difficile lotta che tante donne stanno ancora compiendo per sentirsi libere, non solo sulla carta, ma sul quel sottile filo che ti fa dire "sono donna e allora?". Prima arriva (o dovrebbe) arrivare il merito, poi l'essere donna: a volte però fra questi due elementi si percepisce un ostacolo, mentale, indistruttibile. Un velo di paura, di pudore, di acidità fa gridare le donne verso un mondo, che, 154 anni dopo le parole di Mazzini, sta ancora cercando di fare ordine tra il "lui" e il "lei". Perché, ancora, certe donne devono lottare per sottolineare che i loro diritti sono uguali all'uomo? In casa propria, con il proprio compagno, davanti alla società, all'interno di uno spazio, esterno e interno, sul lavoro, nelle idee. Quanto la società è pronta, davvero, ad un mondo di pari opportunità?
Mazzini così pensava (Tratto da “Doveri dell’Uomo” 1860, Giuseppe Mazzini)

L’Angiolo della Famiglia è la Donna. Madre, sposa, sorella, la donna è la carezza della vita, la soavità dell’affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sullo individuo della Provvidenza amorevole che veglia sull’umanità: sono in essa tesori di dolcezza consolatrice che bastano ad ammorzare qualunque dolore. Ed essa è inoltre per ciascun di noi l’iniziatrice dell’avvenire. Il primo bacio materno insegna al bambino l’amore. Il primo santo bacio d’amica insegna all’uomo la speranza, la fede nella vita; e l’amore e la fede creano il desiderio del meglio, la potenza di raggiungerlo a grado a grado, l’avvenire insomma, il cui simbolo vivente è il bambino, legame tra noi e le generazioni future. Per essa, la Famiglia, col suo mistero divino di riproduzione, accenna all’eternità.?Abbiate dunque, o miei fratelli, sì come santa la Famiglia. Abbiatela come condizione inseparabile della vita, e respingete ogni assalto che potesse venirle mosso da uomini imbevuti di false e brutali filosofie o da incauti che irritati in vederla sovente nido d’egoismo e di spirito di casta, credono, come il barbaro, che il rimedio al male sia nel sopprimerla.?…?La Famiglia è concetto di Dio, non vostro. Potenza umana non può sopprimerla. Come la Patria, più assai che la Patria, la Famiglia è un elemento della vita.?…?Amate, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo pregiudizio ha creato, con una educazione disuguale e una perenne oppressione di leggi, quell’apparente inferiorità intellettuale, dalla quale oggi argomentano per mantenere l’oppressione.?…?Davanti a Dio Uno e Padre non v’è uomo né donna ma l’essere umano, l’essere nel quale, sotto l’aspetto d’uomo o di donna, s’incontrano tutti i caratteri che distinguono l’Umanità dall’ordine degli animali: tendenza sociale, capacità d’educazione, facoltà di progresso. Dovunque si rivelano questi caratteri, ivi esiste l’umana natura, uguaglianza quindi di diritti e doveri. Come due rami che muovono distinti da uno stesso tronco, l’uomo e la donna muovono varii da una base comune, che è l’umanità."

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