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Qualche pioggia mercoledì, poi sole e un po’ di nubi
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Qualche pioggia mercoledì, poi sole e un po’ di nubi

Le previsioni del tempo su Asti e provincia dal 21 al 23 settembre

Evoluzione del quadro meteorologico europeo: 20-26 settembre

Correnti orientali tra martedì 20 e mercoledì 21 porteranno un parziale peggioramento delle condizioni del tempo sul Nord-Ovest: rovesci e locali temporali sparsi specialmente tra la notte e la mattina di mercoledì quando si avvertirà un generale calo termico nelle temperature massime che scenderanno sotto la media del periodo. Già da giovedì torna l’alta pressione che garantirà tempo stabile almeno fino a domenica anche se non mancheranno un po’ di nubi, più soleggiato verso fine settimana quando le temperature saranno nuovamente in aumento, intorno ai 25°C.

Previsioni per i prossimi giorni ad Asti e provincia

Mercoledì 21: cielo molto nuvoloso tra notte e mattino con piogge e temporali sparsi, migliora nel pomeriggio quando non mancheranno schiarite e momenti soleggiati, tuttavia non si escludono nuovi rovesci verso sera. Estremi per Asti: +15°C/+22°C

Giovedì 22: cielo parzialmente nuvoloso o nuvoloso; precipitazioni assenti. Estremi per Asti: +14/+23°C

Venerdì 23: generalmente soleggiato con cielo poco o parzialmente nuvoloso; precipitazioni assenti. Estremi per Asti: +13/+25°C

Per maggiori informazioni e previsioni più nel dettaglio vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti di queste ultime con cadenza giornaliera, le trovate cliccando qui.

Didattica meteo: gli effetti dell’eruzione del Laki nel 1783 raccontati da Incisa nel Giornale d’Asti

Col suo Giornale di Asti Incisa ci offre testimonianza di alcuni eventi meteorologici passati davvero particolari. Un esempio è offerto dalla descrizione delle condizioni particolari che si verificarono nell’estate 1783 a seguito dell’imponente eruzione del vulcano islandese Laki l’8 giugno dello stesso anno. I gas vulcanici emessi nell’atmosfera durante l’eruzione causarono una serie di anomalie meteorologiche su gran parte dell’emisfero settentrionale oltre a creare una densa foschia su tutta l’Europa Occidentale tanto da bloccare le navi in alcuni porti dell’Oceano Atlantico. Il diossido di zolfo non mancò di causare vittime tra la popolazione oltralpe.

In Italia gli effetti dell’eruzione come nel resto d’Europa si manifestarono con dense nebbie, tuttavia non si registrarono né un aumento della mortalità né particolari eventi infausti. La foschia giunse sul Nord-Italia il 17 giugno, a 9 giorni di distanza dall’eruzione e ne troviamo ampi riferimenti all’interno del Giornale di Asti. La prima segnalazione che ne fa Incisa è del 18 giugno: “Alla mattina fu nuolo, al dopo pranzo sole fosco, con nebbia a sera”. Il giorno dopo scrive ancora: “La Luna la scorsa notte, anche dopo alcune ore dal suo apparire, si vedeva tanto rossa che pareva di sangue, e spesso ancora appariva quasi nera. Ciò si attribuisce alla nebbia, che già da qualche giorno viene, e non ci lascia, sebbene fra ‘l giorno rara, e a mattina, e a sera più densa, ma poco, o nientissimo umida”. La descrizione del colore della Luna ci fa capire l’atmosfera surreale vissuta in quei mesi dettata dalla particolare tonalità del cielo che più volte lo storico si sofferma per sottolineare: “Segue la nebbia, che rende fosco il Sole, e a sera ardente assai, come fuoco, o bocca di acesissima fornace”, e ancora “ segue a mattina essere nebbia che rende il colore di sangue al Sole”.

Incisa, attento osservatore, specifica che non si tratta di normale nebbia umida, che a volte si può presentare anche nei mesi estivi in Pianura Padana, ma di una foschia particolare che lui stesso più avanti definirà “asciutta” e vista la frequenza di tale fenomeno arriverà a specificare quando tornerà a presentarsi come nebbia comune.

La particolare nebbia incuriosisce un po’ tutti in città tanto che l’1 luglio riporta:“Tutti vogliono fantasticare su questa nebbia, (…) ciascuno ne parla come pensa. Il fatto sta che non fa alcun male ai raccolti, e non è umida. Si vuole che sia segno di terremoto: ma s’ingannano. Altri vogliono che sieno tante esalazioni uscite dai vulcani nuovi di Messina usciti dal terremoto (…). Veramente questa nebbia, è quasi universale, e in diverse parti dell’Europa se ne parla, né si sa a cosa attribuirla”.


Riassunto delle condizioni meteorologiche dell’anno 1783

Incisa viene presto a conoscenza del fatto che anche il resto d’Europa è avvolta da questa strana nebbia, tanto da arrivare a definirla “universale”. Proprio per la sua notevole estensione è scettico nell’affermare che si tratti di esalazioni uscite a seguito del terremoto che ha colpito Messina e la Calabria meridionale tra il febbraio ed il marzo dello stesso anno, ugualmente rifiuta la credenza popolare che si possa trattare di un presagio di terremoto. Il primo ad individuarne la vera causa, nel 1784, fu il fisico americano Benjamin Franklin che ricondusse la foschia osservata anche in America Settentrionale all’eruzione dei vulcani islandesi.

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