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Implantologia dentale: tipologie, rischi e costi

Quali sono le tipologie di impianti dentali? Quali i costi? Vediamo assieme le risposte a questi e altri interrogativi

La salute del cavo orale, come ben si sa, è estremamente delicata. Nel momento in cui la si chiama in causa, è doveroso considerare le situazioni in cui, dopo la perdita dei denti, si valuta il ricorso agli impianti dentali. Non importa che si parli di implantologia dentale a Cuneo o di procedure svolte in altre città: in tutti i frangenti, prima di iniziare concretamente il trattamento è il caso di informarsi bene su diversi aspetti. Quali sono le tipologie di impianti dentali? Quali i costi? Nelle prossime righe di questo articolo, vedremo assieme le risposte a questi e altri interrogativi.

Tipologie

Sono diverse le tipologie di approccio all’implantologia dentale. Una delle più famose è senza dubbio quella che prevede il carico immediato. Cosa si può dire in merito? Innanzitutto che si ha a che fare con una procedura apprezzata soprattutto per la forte riduzione dei tempi. 

Tra l’inserimento dell’impianto e quello della protesi fissa, infatti, trascorrono 24 ore o al massimo 48. Questo, di riflesso, si traduce in un minor traumatismo per il paziente. Affinché si possa procedere con l’implantologia a carico immediato, è necessario che il paziente presenti una qualità ossea ottimale.

Proseguendo con l’elenco delle tipologie di impianto dentale con cui si può avere a che fare, un doveroso cenno deve essere dedicato all’implantologia in due tempi. In questo frangente, il tempo che trascorre tra l’apposizione delle protesi e quello dell’impianto dentale varia dai 3 ai 6 mesi.

Quando un paziente viene valutato in vista di un impianto dentale, può capitare che lo specialista si trovi davanti a una situazione in cui l’osso non risulta, come si dice in gergo medico, ben rappresentato. Come ci si muove in queste circostanze? Le strade da seguire sono diverse. Si può optare, per esempio, per il rialzo del seno mascellare. Quando si utilizza questo termine, si inquadra un vero e proprio intervento chirurgico. Attenzione, però: nei casi in cui lo si sceglie, bisogna considerare un determinato lasso di tempo prima di poter procedere all’inserimento dell’impianto. In linea di massima, si va dai 4 ai 9 mesi.

Nell’ambito delle altre alternative da chiamare in causa quando si ha a che fare con un deficit osseo prima di un impianto, troviamo anche la rigenerazione ossea e l’innesto osseo.

Rischi

I pazienti che si approcciano all’implantologia dentale hanno spesso paura di andare incontro a diversi rischi. Tra i più temuti, rientra quello di avere a che fare con il dolore. Non bisogna preoccuparsi in merito. L’anestesia locale, infatti, permette di prevenirlo. Inoltre, sulla base delle caratteristiche del singolo paziente, lo specialista può consigliare specifici antidolorifici e antinfiammatori per rendere più agevole il post trattamento.

Cosa dire, invece, del rischio di rigetto? Che anche in questo caso non c’è ragione di preoccuparsi. Gli impianti, infatti, sono realizzati in materiali biologicamente inerti, come per esempio il titanio. L’unico rischio a cui ci si può esporre è quello di finire sotto le mani di professionisti poco preparati o addirittura abusivi. Per togliersi qualsiasi dubbio in merito, la cosa giusta da fare è informarsi online, scegliendo di rivolgersi solo a professionisti iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

Costi

Parliamo ora di costi. Quanto si spende in media per un impianto dentale? Non è possibile dare risposte specifiche perché, almeno in Italia, la forbice è molto varia. Ci sono però dei range generali. In media, si parla di cifre comprese tra i 1.500 e i 3.000 a dente (corona compresa).

Per singola arcata, invece, si va dai 5.000 ai 15.000 euro. Il consiglio è quello di evitare di andare al risparmio. Dietro le procedure di implantologia dentale, infatti, ci sono anni di studio, di aggiornamento e di ricerca dei materiali migliori possibili.

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