Quest’anno il Monferrato è stata la capitale italiana dei tartufi.
Gran bel primato che hanno confermato sia i trifulau sia i commercianti che si sono visti moltiplicare le richieste di prodotto da tutta Italia.
Domenica scorsa, con la fiera di Cortazzone che profumava già di Natale, si è chiuso il circuito degli appuntamenti in provincia di Asti con il prezioso frutto dei nostri boschi e anche se i cercatori contano di riprendere a “cavare” fino almeno a metà gennaio, è già possibile fare un primo bilancio della stagione. Che è stata molto soddisfacente.
Anche se la quantità estratta non è vertiginosa (ma da tempo, anche nelle migliori annate, sta calando per cambiamenti climatici importanti anche per il tartufo), è stata comunque buona. Soprattutto è stato il prezzo a tenersi molto alto fino alla fine: da 400 euro all’etto in su con punte a 800-900 euro per i pezzi più belli.
Questo perchè la zona monferrina è stata l’unica, in Italia, ad avere una stagione di raccolta normale. A causa della persistente siccità, le altre aree italiane vocate al tartufo (l’Albese che da tempo vede la riduzione di zone boschive da tartufi, in Centro Italia e in altre ristrette zone del Sud) non hanno regalato nulla ai cercatori così la domanda si è concentrata, da tutta Italia, sul Monferrato.
L’esigenza era quella di mantenere i clienti storici e soddisfare gli ordini da tutto il mondo. A qualunque prezzo.
Una dimostrazione di quanto il tartufo sia una risorsa anche economica importante che va tutelata e curata. Per questo motivo è aperto fino a fine gennaio il bando regionale per gli indennizzi ai proprietari di piante tartufigene per non farle abbattere.