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Cantine Povero: i vini delle Terre Alfieri fanno rima con qualità e tradizione

“Tutti i nostri vini sono classificati come vegani ed ecosostenibili”

Le Cantine Povero di Cisterna rappresentano oggi una delle più importanti realtà economiche ed enologiche delle Colline Alfieri e non solo. Telefonando in azienda risponde Lucrezia Povero, che si occupa del marketing e che racconta come l’azienda sia cresciuta nel tempo grazie all’impegno di tutta la sua famiglia: «La nostra storia inizia il 3 settembre 1837, con l’acquisto da parte di Francesco Povero di un piccolo appezzamento di vigna nel territorio di Canale, ma è del 1964 la decisione di Giovanni e Michelino Povero di produrre bottiglie etichettate con il nome di famiglia. Da allora il patrimonio aziendale è cresciuto ed oggi si estende su oltre 100 ettari fra vigneti, prati e boschi. Nel 1987, Luca, Daniele e Alessio Povero, figli di Giovanni, con pazienza e lungimiranza fondarono “Tenuta Laramè”, un corpo unico di 50 ettari di vigneto, da cui oggi provengono le uve migliori dell’azienda, vinificate separatamente per produrre vini che rappresentano quanto di meglio le nostre terre possono dare».

Da qualche tempo c’è molta attenzione all’ambiente e alle produzioni di vino biologico: come si posiziona la vostra azienda in questo settore?
«Nel 2012, con l’imminente arrivo della quarta generazione, abbiamo fondato “Cascina Vèngore”, 26 ettari di terreno sul quale produciamo cinque vini biologici. A “Vèngore” la vigna è parte integrante di un ecosistema complesso, in cui gli interventi sono limitati al minimo indispensabile, con particolare attenzione alla rigenerazione dei suoli. Abbiamo bandito l’uso di fertilizzanti chimici e dei diserbanti,, siamo tornati alla lavorazione manuale, all’inerbimento ed al sovescio per arricchire il terreno in modo naturale. Nel 2016 abbiamo iniziato la conversione biologica, che oggi comprende 50 ettari fra Langhe, Monferrato e Roero».

Quali sono i futuri obiettivi delle Cantine Povero?
«L’obiettivo è crescere sui mercati in cui siamo già presenti e conquistarne di nuovi. Ad oggi produciamo un milione e mezzo di bottiglie l’anno, fra Barbera d’Asti e Barbera d’Alba, Roero Arneis, Barolo, Dolcetto e Barbaresco: siamo presenti sui mercati di 40 Paesi, dagli USA all’Asia dal Perù al Brasile».

Qual è il vostro più importante punto di forza?
«E’ il restare un’azienda familiare, in cui ognuno si occupa di un settore: Alessio è in Cantina, Luca alle vendite, Daniele ai vigneti, Maurizia e Letizia alla contabilità, io al marketing. Ci sono poi Annalisa Dotta e Martina Povero che si occupano delle “Querce del Vareglio”, un agriturismo nel Roero dove ci si può immergere nel verde e praticare l’equitazione».

Non dimentica qualcosa?
«Sì, che tutti i nostri vini sono classificati come vegani ed ecosostenibili, accompagnati da buone pratiche verso i dipendenti ed i fornitori: sono certificazioni importanti, specialmente per la vendita nei Paesi del Nord Europa. Al di là di questo, però, l’essenziale è produrre vini di grande qualità».

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